Tra un convertito che fa della sua fede una missione anche in politica (Bush) e un politico di carriera che vive privatamente la propria fede senza farne una bandiera pubblica (Kerry), siamo portati a vedere nel secondo una religiosità più genuina e meno aggressiva. Molte più cose, con le sue azioni, dovrà dimostrare il convertito ai suoi confratelli. Così, mentre Bush fa seguire iniziative politiche ai suoi principi religiosi, il cattolico Kerry è semplicemente assente, e talvolta laico, su temi quali l'aborto, l'omosessualità, la ricerca scientifica.
Ma alla fine le elezioni si vincono con i numeri e sarà importante vedere se i cattolici in America intenderanno trasportare la loro identità in politica, come sostiene questo articolo del Washington Times. Intanto, per il Weekly Standard, nella decisione di voto guadagnano sempre più spazio le moral-values issues.
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