«Ricostruire» in questo caso sta per "rattoppare", sta per cambiare le carte in tavola, per buttarla in caciara (come si dice dalle mie parti). Dire sempre che gli altri non capiscono o non vogliono capire, alla fine è un po' sospetto. Qui almeno abbiamo compreso bene, il pensiero e la posizione del leader radicale non sono stati fraintesi. Pannella ha votato contro Buttiglione, non per «criminalizzare» le sue opinioni o per sgambettare il governo Berlusconi (le uniche preoccupazioni degli eurodeputati di sinistra), ma proprio per le politiche che l'ex ministro ha attuato nella sua azione di governo. E' stato, ritengo, un voto quanto mai "opportuno". Buttiglione deve incartare e portare a casa quella bocciatura, perché è così che la democrazia funziona: su quali elementi infatti, un deputato chiamato a conferire un incarico pubblico dovrebbe basare il suo giudizio se non su pensieri e opere politiche del candidato?
«Come si giudica un politico se non in base alle idee che esprime, se non accettando come valida la schizofrenia tra ciò che dice e ciò che fa? Cioè fra ciò che sembra e ciò che è?»Il punto è l'errore di Pannella, il suo scivolone giustizialista, l'aver attaccato Buttiglione usando le vicende giudiziarie - tutte da prendere con le molle - del suo principale collaboratore. Argomenti che hanno inevitabilmente schiacciato la posizione laica radicale su quelle intolleranti e non-laiche degli altri eurodeputati di sinistra. E spiegano come mai dai resoconti dei media non è emersa l'originalità, e le ragioni, della posizione di Pannella. Insomma, un colpo sotto la cintura, inferto con livore personale, che ci immaginiamo trasparire sul volto arcigno del grande capo radicale, ma che alla fine gli si è ritorto contro. Forse proprio quei toni e quegli argomenti, che qualcuno - intervenendo alla sessione costitutiva del Congresso per la libertà di ricerca scientifica - consigliava di lasciar perdere. Invece, qualcuno col ghigno stampato sul viso ha passato a Pannella questo memorabile dossier su Catone (o Capone?) e Marco stavolta non ne ha valutato bene l'opportunità del suo utilizzo.
Giorgio Albertazzi, Il Foglio
Se si insiste, qualcosa però la voglio chiedere a Pannella: Catone, è stato o no condannato? Ha mentito lui al Corriere della Sera o è un Tuo errore? Non è un grave errore di cui dover chiedere ammenda (in privata sede naturalmente) aver citato una condanna in primo grado inesistente nella lettera al presidente Barroso? E' sufficiente cavarsela espungendo silenziosamente il riferimento dai successivi comunicati? E non è opera di «criminalizzazione» perbenista forse, quella di Bordin stamani, che se la prende con «chi ha il porto d'armi da quindici anni e affronta scontri a fuoco tornando a casa»? E se fosse stato il professor Biagi a sparare dodici colpi davanti al suo portone?
Oggi dunque, il fedele scudiero «ricostruisce», per oltre mezz'ora, le epiche gesta incomprese del cavaliere senza macchia e senza paura. Stavolta però, una piccola macchia la scorgiamo.
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