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Sunday, November 26, 2006

La Russia, prima vittima del veleno Putin

Polonio 210. Presto sapremo in quale reattore nucleare è stato prodotto. Per ora, dalle prime mosse degli investigatori e delle reazioni delle autorità britanniche la pista che porta al Cremlino sembra la più accreditata.

«È possibile che si apra una grave crisi diplomatica fra la Gran Bretagna e la Russia», scrive oggi Panebianco sul Corriere. Non solo a causa dell'omicidio dell'ex spia, ma anche «a causa delle sue modalità: l'uso del polonio 210, una sostanza radioattiva che potrebbe avere contaminato, con rischi per la salute dei cittadini, i luoghi frequentati dalla vittima dopo l'avvelenamento. Una minaccia che le autorità di Londra stanno prendendo molto sul serio in queste ore. Le sprezzanti battute di Putin ("l'Europa pensi ai suoi tanti omicidi politici impuniti") non migliorano la situazione».

Di sicuro, però, c'è un veleno che sta uccidendo la Russia: Putin. L'editoriale di Panebianco coglie l'essenziale, che va oltre l'ennesimo assassinio politico. Come dobbiamo interpretare la «stabilizzazione semiautoritaria» di Putin e dei suoi uomini? Non si capisce se la Russia stia comunque «avanzando, ancorché in modo tortuoso, sulla strada della democratizzazione» oppure se sia «preda di una involuzione autoritaria irreversibile». Siamo di fronte solo a «un momentaneo "raccogliere le forze" comunque necessario a un paese che, nella sua storia, non ha mai conosciuto la demcrazia? Oppure è lo strangolamento in culla della neonata democrazia russa?»
«La sola cosa certa è che la speranza dei primi anni Novanta, di un mondo in cui la nuova Russia avrebbe preso il suo posto nella "comunità delle democrazie" contribuendo, insieme ai Paesi occidentali, al governo del sistema internazionale, si è esaurita. Gli affari continueranno, come è anche giusto che sia (anche se l'Europa dovrà per forza porsi il problema di come ridurre la propria vulnerabilità ai ricatti energetici di Putin). Ma la partnership, quella, richiede altro. Richiede una reputazione, una credibilità e una capacità di ingenerare fiducia che Putin ha sperperato».

5 comments:

Anonymous said...

per replicare al ( fatuo ) sermone di panebianco, basterebbe evocare la famosa scenetta benigni-troisi...ahé, savonarola!!! e che è?!?

dunque, il mostro è putin.

ed io potrei anche essere d'accordo, soprattutto se dovessi inserire il detto nominativo in una classifica di tali.

hydre, cerberi, basilischi, putin e così via.

panebianco ha gioco facile, scrive a ridosso del ficus, accomodato su di una "president" in pelle, vera come pure lo è quella dello scrittoio che poggia su 4 centimetri di noce italiana genuina.

e col termosifone acceso.

in russia le cose vanno un poco peggio...i ficus se li mangiano, con tutte le noci...lì, la pelle, ha un valore diverso, forse nessuno...perché alle hydre, cerberi, basilischi e putin di prima, vanno aggiunte di diritto altre icone del terrore.

mostruosità che pochi commentatori sembrano scorgere.

ma forse questa cecità è inconsapevole...magari il mostro che gli si para innanzi è solo...l'uomo invisibile...divenuto tale per colpa del polonio!!!

meno male che qualcuno s'è infilato gli occhiali a raggi x e quindi ci vede bene, tanto da riferire ai più.

non spiega molto ma almeno ci esime dai giudizi preconfezionati e prematuri, aggravati dalla circostanza che si travisano da sermoni.

'a savonarola...ma che è!!!

» 2006-11-25 13:56 - fonte ANSA
LA MAGGIORANZA DELLA STAMPA RUSSA ASSOLVE PUTIN
di Beatrice Ottaviano

MOSCA - "Non intendo commentare ora la morte di Aleksander Litvinenko, parlerò la settimana prossima": al telefono con il quotidiano russo 'Komsomolskaia Pravda' il magnate in esilio Boris Berezovski, amico dell'ex colonnello del Kgb morto avvelenato a Londra, è categorico. Molti quotidiani moscoviti però suggeriscono che sarebbe lui il più avvantaggiato dalla morte di un collaboratore divenuto peraltro inutile e forse scomodo, mentre il presidente Vladimir Putin, che la stessa vittima ha accusato come mandante dell'omicidio, viene assolto dalla maggioranza dei commentatori.

Fa presa sulle pagine dei giornali russi la dichiarazione fatta ieri dal consigliere presidenziale per gli affari europei Serghei Iastrzhembski, secondo il quale "ci sono coincidenze inquietanti fra le morti di persone che criticavano il potere in Russia e gli avvenimenti internazionali ai quali Putin è invitato a partecipare.

L'impressione è che ci si trovi davanti a una campagna bene orchestrata, o a un piano per screditare Mosca e la sua leadership". Iastrzhembski ha ricordato l'uccisione il 7 ottobre della giornalista Anna Politkovskaia, proprio il giorno del compleanno del leader del Cremlino e alla vigilia di un suo importante viaggio in Germania; la morte dell'immigrato illegale Tengiz Togonidzhe, che era fra i deportati della 'guerra fredda' con Tbilisi, mentre il presidente era in partenza per il vertice informale dell'Ue a Lahti, in Findlandia; il drammatico decesso di Litvinenko in coincidenza con un cruciale incontro sull'energia fra Putin e l'Unione europea.

La tesi è sposata in pieno da 'Komsomolskaia Pravda', e ulteriormente elaborata dal giornale del governo 'Rossiskaia Gazeta', che analizza l'eterna domanda del 'cui prodest'. Arrivando alla conclusione che quella morte ruota comunque attorno a Berezovski, o perché ne è il maggiore beneficiario - avalla le sue critiche alla deriva autoritaria e passatista del Cremlino - o perché alcuni gruppi criminali hanno voluto vendicarsi del tycoon. Per Nikolai Kovaliov, ex capo del Fsb (i servizi segreti russi) interpellato da Kommersant, "c'é la calligrafia di Berezovski" nel delitto: "Sono certo che nessun servizio di intelligence abbia a che vedere con questa vicenda.

E' opera di nemici personali del presidente russo, per metterlo sotto scacco". Il giornale interpella anche altri personaggi di opinione ben diversa: da Andrei Kozyrev, ministro degli esteri all'epoca di Boris Ieltsin, che chiede a Iastrzhembski di "rivelare cosa sa del presunto complotto"; all'attivista Aleksander Osovzov, del Fronte unito civile, per il quale il mandante è "Putin e nessun altro"; alla deputata liberale Irina Kakamada, che vede "due possibili regie: una che vuole sostenere Putin, una che vuole abbatterlo". Quest'ultima tesi é fatta propria da un esperto straniero consultato dal quotidiano, l'ex capo del consiglio per lo spionaggio della Cia americana Fritz Hermart: "potrebbe trattarsi di una lotta interna fra vari gruppi del Cremlino, gli uni pronti allo scontro con l'Occidente, gli altri propensi alla mediazione".

L'analista statunitense identifica i 'falchi' nell'entourage di Igor Siecin, vicecapo dell'amministrazione presidenziale. Vladimir Ryzhkov, deputato liberale indipendente, lega l'uccisione di Litvinenko a quella di Poitkovskaia, affermando che dietro "c'é la stessa mano". Evgheni Iasin, ex ministro dell'economia del periodo ieltsiniano, liquida la tesi del complotto contro il Cremlino con una secca battuta: "Non c'é alcun bisogno di screditare la leadership russa, lo fa già per conto suo". Infine c'é una minoranza che parla di servizi deviati: la radio Eco di Mosca non esclude la possibilità che dietro alla morte dell'ex colonnello del Kgb vi siano semplicemente gli antichi colleghi adirati contro il 'traditore', che avrebbero deciso di agire di propria iniziativa.


a proposito di ansa:

ANSA - 15 minuti fa

ANSA) - LONDRA, 26 NOV - Secondo il News of the World, tabloid britannico, l'assassino che ha avvelenato l'ex spia russa Litvinenko, si nasconde in Italia . 'E' un membro delle forze speciali russe chiamate Spetsnaz', scrive il giornale.
Il suo nome sarebbe stato dato a Scotland Yard dallo stesso Litvinenko, prima di morire, insieme alla 'lista di obiettivi' che sarebbe stata data al russo da Mario Scaramella, l'ex consulente della commissione Mitrokhin.
Nella lista ci sarebbero sia Scaramella, sia Litvinenko.

ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Scusa la durezza: ma é davvero interessante come uno che capisce cosí poco di Russia prenda a sostegno il commento di un'altro noto cremlinologo.

sulla crisi russia-gb: basta dare un'occhio agli ultimi accordi di cooperazione in materia giudiziaria, con il culo di berezovsky che sta per andare a fuoco. se poi all'allarghiamo l'occhio alla sfera economica, allora la crisi al polonio mi fa sganasciare.

Anonymous said...

scusate, appena alzato ho qualche problema con gli apostrofi...

Hermes said...

o madonna, ora pure Panebianco e News of the world... ci manca solo l'in-house kremlinologist di Tuttosport e siamo sistemati...

Però nessuno che mi sappia spiegare il -perchè- Putin avrebbe dovuto mettere in atto un gesto così pericoloso, e con questa tempistica.

O mi volete dire che in tutti gli anni che Litvinenko ha lavorato per l'arcinemico di Putin non è riuscito a raccontare tutto quello che sapeva di compromettente?

Datemi uno schifo di movente, insomma. Basta che non sia il foglietto da 800 euro del sushi bar, che mi viene da ridere...

Anonymous said...

"Ma dai! Lo sanno tutti che gli Inglesi non sanno cucinare! Altro che polonio! Al massimo sarà stato un pollo!"
Giulietto Chiesa, parlamentare liberaldemocratico europeo.....