Peccato che Magdi Allam, nell'editoriale di oggi sulla condanna a morte di Saddam, sia caduto così in basso. Peccato che abbia ritenuto di ricorrere a una ignobile strumentalizzazione, chiamando in causa Welby, la cui sacralità della vita sarebbe stata violata da chi oggi invoca la sacralità della vita di Saddam. Peccato, perché certe contraddizioni di questa eccezionale mobilitazione per salvare dalla forca Saddam Hussein le aveva colte.
In un paese come l'Italia, capace di riscoprire il sentimento di unità nazionale solo in occasione dei mondiali di calcio, e in cui la politica è così rissosa da non riuscire a trovare momenti di intesa, né bipartisan, né all'interno di una coalizione di governo, sulle principali questioni d'interesse generale, suscita qualche sospetto che si sia costituito un «fronte così ampio e compatto» proprio per salvare la vita al genocida Saddam.
In realtà, tolti i radicali, che con "Nessuno tocchi Caino" da anni portano avanti con coerenza e a 360° la battaglia contro la pena di morte, all'iniziativa di Pannella si è accodato un corteo di approfittatori e anime belle.
Se questa mobilitazione è così genuina, perché nessuna iniziativa, nessun gesto simbolico per «le decine di civili innocenti che ogni giorno vengono massacrati dai terroristi di Bin Laden, di Saddam, dell'Iran o della Siria?». Perché nessun interesse per il regime saudita o quello iraniano che «regolarmente danno in pasto alla loro gente lo spettacolo pubblico della decapitazione o impiccagione dei trasgressori della morale islamica?». E perché «la sensibilità collettiva degli italiani non scatta quando al patibolo ci vanno i cinesi, gli americani o i giapponesi?».
In realtà, la maggior parte dei politici di sinistra e dei commentatori sui giornali che si sono aggregati a Pannella ci hanno visto una buona occasione per fare bella figura a buon mercato. Gente che quando bisogna davvero impegnarsi contro la pena di morte nel mondo, quando le uccisioni vengono commesse da altri regimi, di colpo scompaiono dalla nostra vista.
2 comments:
Anch'io ho trovato fuori luogo il richiamo nell'articolo alla vicenda Welby, cosa diavolo c'entra la decisione di Welby con la condanna a morte di Saddam lo sa solo l'ottimo Allam.
Welby e Saddam sono stati accostati da Magdi Allam perchè da una parte si toglie una vita, e quindi si uccide un uomo, e dall'altra si chiede la salvezza di un altro. E' evidente l'incongruenza dei radicali che propugnano l'aborto e poi chiedono l'abolizione della pena di morte.
Quanti lumicini hanno acceso per le vittime del Darfur ?
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