E' il padre Beppino, intervistato da Corriere.it, a combattere la battaglia per la figlia, Eluana, mantenuta artificialmente in coma da 15 anni senza alcun segno e possibilità di miglioramento. E' «oggetto di violenze terapeutiche da parte del sistema», denuncia il genitore. «Non hanno recuperato mai niente, ma non per loro incompetenza». Perché una volta attivate certe terapie, che stabilizzano una situazione vegetativa, si ferma il processo naturale del morire e tornare indietro non è più possibile. «Portano le persone in una condizione che non esiste in natura e poi la tutelano dicendo che la persona non è morta». Ma «con quale diritto lo Stato, attraverso medici e magistrati, può disporre di vite altrui?»
Già, ce lo chiediamo anche noi.
13 comments:
Però attenzione a cavalcare questa cosa della natura contro innaturale. Può funzionare per il diritto di rinuncia alle cure ma è controproducente in altri campi. Se uno preferisse un'alternativa meno naturale ma a suo avviso migliore?
quel caso è diversissimo da quello di Welby ed è tutto da dimostrare che Eluana non sopporti la propria condizione, c'è gente che si imbottisce di stupefacenti proprio per raggiungere uno stato vegetativo...in assenza del testamento biologico, che occorre introdurre urgetemente, trovo giusto che la decisione riguardo la sua vita e la sua morte non spetti ai genitori che magari sono distrutti e stanchi del doversi occupare continuamente di lei.
ciao Paolo
Se è vero che Eluana non è cosciente (il che comprende senziente, pensante ecc), allora è un caso analogo a Terry Schiavo. In questo caso il paziente non è in grado di esprimere una volontà, perché non la possiede; né l'ha espressa in passato quando ne era ancora capace (testamento biologico). In questo caso trovo perfettamente accettabile che la decisione passi a qualcun altro. Se allo Stato o al medico o a i genitori, su questo si può discutere.
"Se uno preferisse un'alternativa meno naturale ma a suo avviso migliore?"
Of course. Non voglio che sia obbligatorio essere tenuti in vita artificialmente, non che sia obbligatorio non esserlo.
a parte la diversità sei casi,io mi sono "battuto" nel mio piccolo per la causa Welby,visto la sua esplicita richiesta,ma quì sono tutt'altro che favorevole,primo NESSUNO AL MONDO PUò ARROGARSI IL DIRITTO DI DECIDERE PER ME!!!!!Secondo,chi dice che queaste persone vogliano "spegnersi"????terzo,non vorrei che la battaglia giusta per Welby si trasformasse in una battaglia becera e sciocca per l'eutanasia di Stato!!!!!!
Periclitor, se posso sommessamente dire una cosa, io credo che tu stia peccando di astrazione. Tu dici che nessuno può decidere per te, io penso invece che nessuno può decidere per te contro la tua volontà. Se però tu non hai una volontà (perché sei in stato di vegetale e non l'hai manifestata in precedenza), le cose cambiano. Dopo un certo numero di anni,non è che si può continuare così ad oltranza, perché la tua tragedia coinvolge anche altre persone che soffrono vedendoti in quello stato. se tu non senti nulla, non pensi, non provi dolore, non hai più una mente, ,e non hai speranze di uscire da quella condizione, allora dopo un po' secondo me devono prevalere anche gli interessi dei tuoi familiari. io personalmente non potrei immaginare di vivere per anni vedendo la mia fidanzata in stato vegetativo.
poi , secondo me,non è neanche molto ragionevole dire che nessuno può decidere per te, perché anche il non decidere è una decisione. Cioè se nessuno stacca la spina anche quella è una decisione, non è tanto corretto e onesto dire che "non stai decidendo".ciao
POI SONO IO CHE PECCO DI ASTRAZIONE.....NON SO COSA CI SIA DI PIù ASTRATTO DEL TUO COMMENTO MAURIZIO,CHE RISPETTO NATURALMENTE MA NON CONDIVIDO,HO APPENA POSTATO NEL MIO BLOG LA LEGGE CHE VORREI PER QUETE SITUAZIONI,CHE NON PREVEDE IL DIRITTO DI ALTRI A PRENDERE DECISIONI SULLA MIA VITA PERò!!!!CHI TI DICE CHE EULANA O CHI PER LEI NEL MONDO VOGLIA QUELLO CHE SECONDO TE è GIUSTO???NESSUNO,E COME TALE NEL DUBBIO IO SONO PER LA VITA ANCHE SE DOLOROSA(PER CHI LA ACCUDISCE IN QUESTI CASI)LA SCHIAVO REAGIVA I PARERI ERANO DISCORDANTI RICORDI???MA è STATA UCCISA PERCHè IL MARITO HA DECISO COSì,NEMMENO L'AVEVA LUI IN CURA,QUELLO CHE CHIEDI TU(VOI?)FAREBBE MORIRE LE SCHIAVO ITALIANE!!!IO NON CI STO,MA CON LA LEGGE CHE SOPRA DICEVO E DI CUI METTO IL LINK SECONDO ME RISOLVEREMMO IL 90%DEI CASI(SE NON IL 100%)
scusate il c.l.
x periclitor. Scusa, ma non è possibile che non dobbiamo capirci. Sembriamo due pazzi che non si ascoltano. tu dici
CHI TI DICE CHE EULANA O CHI PER LEI NEL MONDO VOGLIA QUELLO CHE SECONDO TE è GIUSTO
io questo l'ho capito ma, con tutto il rispetto, il ragionamento è viziato: quando dici questo, tu stai assumendo che eluana "voglia" qualcosa! Che non è lecito, perché io stavo parlando delcaso in cui lei non fosse senziente: se rileggi, io avevo detto se è vero che Eluana non è in grado di volere alcunché; se è vero che non sente nulla, eccetera eccetera.
Insomma, se Eluana fosse in grado di volere, o di sentire, è chiaro che hai ragione tu. Non ci sarebbe manco motivo di discutere. Non sono pazzo. Ma noi eravamo nell'ipotesi in cui la scienza conclude, oltre ogni ragionevole dubbio, che in quel cervello non esiste più una soggettività, c'è l'assoluto vuoto cognitivo. Ciao
Il vuoto cognitivo non vuol significa assolutamente nulla, quello che conta è il rispetto della volontà del paziente, che in questo caso, come in quello di Terry Schiavo, è difficilmente decifrabile, se non con sentito dire e racconti alla lontana di amici e parenti. In questi casi dubbi, dove non esiste alcuna sofferenza fisica, io sto dalla parte di chi vuole tenere in vita, a morire c'è sempre tempo...
Supponiamo anche che conti solo la volontà, anche di esseri che non possiedono una volontà. Non ha senso, ma supponiamo che sia così. Se, come dici tu, la volontà del paziente non è decifrata, allora ci sono il 50% di probabilità che lei preferisse vivere e il 50% che preferisse morire. Ma allora per te dovrebbe essere indiferente se vive o muore. Invece dici che deve vivere. Perché?
Perchè non soffre. Se c'è una cosa di cui siamo sicuri è che prima o poi morirà, come tutti, si tratta semplicemente di decidere se smettere di darle da mangiare e farla morire subito o continuare ad alimentarla con una sonda e farla morire magari tra venti, trent'anni. Lo stato vegetativo in cui è può essere soggettivamente piacevole, di sicuro non soffre, per quale motivo dovremmo farla morire ? in assenza di testamento biologico e di sofferenza si dovrebbe scegliere la vita, in qualunque forma sia, sempre.
Anche perchè tutti siamo cadaveri futuri.....
Ma, a parte le battute, esistono diversi casi di risveglio dal coma. Perchè qualcuno dovrebbe decidere di mettere fine ad una vita, solo perchè parzialmente e temporaneamente "non senziente"? Se esiste la volontà diretta siamo d'accordo; altrimenti, nel dubbio, si deve mantenere in vita. A quel punto, insomma, si sceglie di non intervenire, semplicemente perchè non esiste motivo per uccidere questa persona senza conoscere il suo parere.
La frase secondo cui "se una persona nno è senziente" la si può far morire su richiesta dei parenti o dello Stato, francamente, mi mette i brividi.
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