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Tuesday, December 05, 2006

Su Alitalia, ora, attenzione ai due passi indietro

La cessione da parte del Governo di quote importanti di Alitalia, fino a possedere meno del 30% della proprietà, è un passo avanti nella giusta direzione. Tuttavia, non vorrei che i soldi pubblici che rientrano per effetto di quella decisione venissero fatti riuscire dalla finestra. Non vorrei che si vendessero le quote a imprenditori "amici" per poi soccorrere la compagnia con sussidi e agevolazioni varie, sul tipo Fiat, come prepensionamenti o altro. Sarebbe, questo, un modo per far pagare ai contribuenti il costo di rischi che dovrebbero accollarsi interamente gli imprenditori che subentrano al posto del Tesoro.

Certo, coloro che accettano di sopportare i seri rischi che un investimento in una società decotta comporta, dovrebbero poi avere mani libere per quanto riguarda il piano industriale dell'azienda, senza che lo Stato metta becco.

UPDATE: e Oscar Giannino, su il Riformista di oggi, scrive:
Ieri Prodi ha comunicato che il bando di gara con le precise condizioni per candidarsi alla cessione della quota che il governo intende dimettere giungerà ad horas. Non è per contraddire i tanti leader dell'Unione che ieri hanno affermato che il governo si sta muovendo nella vicenda con coraggio, tempestività e determinazione.E tanto meno per replicare al ministro Bianchi, convinto ancor oggi che la proprietà pubblica in Alitalia stia dando una prova positiva. Si fa solo modestamente presente che in una società quotata annunciare per giorni che se ne dismetterà una quota ics indeterminata ma comunque tale da far subentrare altri privati nel capitale senza che debbano lanciare un'Opa per esercitarne il controllo, il tutto senza aver chiarito minimamente che cosa davvero si chieda a tali privati di garantire, e in cambio di cosa dovrebbero accollarsi un ruolo succedaneo senza poter sciogliere i nodi con cui l'azionista pubblico ha vincolato il destino di Alitalia al rosso profondo, lascia il mercato nella più totale incertezza di informazioni necessarie perché l'eventuale azionista rimasto fedele al titolo malgrado le maxi perdite possa decidere che cosa farne. È solo una mano a che manine forti possano comprare ai prezzi attuali. La Consob, tanto per dirne una, che ne pensa?

1 comment:

Anonymous said...

Sembra che il governo si sia accorto che nell'economia di mercato esistono regole, e ora parla di una vendita del 30,1% imponendo quindi successivamente l'Opa totalitaria all'acquirente. (Sempre che qualcuno non voglia fare a braccio di ferro con un'Opa preventiva sul 60%... ma dubito)
Sarebbe bello sapere chi sta rastrellando azioni in questi giorni, vista l'improvvisa impennata...