«Certo, il ricordo di un passato glorioso non può ignorare le ombre che accompagnarono l'opera di evangelizzazione del continente latinoamericano: non è possibile infatti dimenticare le sofferenze e le ingiustizie inflitte dai colonizzatori alle popolazioni indigene, spesso calpestate nei loro diritti umani fondamentali». La doverosa menzione di tali crimini tuttavia, «non deve impedire di prender atto con gratitudine dell'opera meravigliosa compiuta dalla grazia divina tra quelle popolazioni nel corso di questi secoli».
Nel corso dell'udienza generale il Papa ha usato queste parole per correggere parzialmente quanto ebbe a dire in merito durante il suo recente viaggio in Brasile, ricevendo critiche più che giustificate per avere di fatto "ritirato" la richiesta di perdono fatta a nome della Chiesa da Papa Giovanni Paolo II.
«L'annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera... In ultima istanza, solo la verità unifica e la sua prova è l'amore. Per questo motivo Cristo, essendo realmente il Logos incarnato, "l'amore fino alla fine", non è estraneo ad alcuna cultura né ad alcuna persona; al contrario, la risposta desiderata nel cuore delle culture è quella che dà ad esse la loro identità ultima, unendo l'umanità e rispettando contemporaneamente la ricchezza delle diversità, aprendo tutti alla crescita nella vera umanizzazione, nell'autentico progresso. Il Verbo di Dio, facendosi carne in Gesù Cristo, si fece anche storia e cultura. L'utopia di tornare a dare vita alle religioni precolombiane, separandole da Cristo e dalla Chiesa universale, non sarebbe un progresso, bensì un regresso».
Se possibile, le parole di oggi, a parziale correzione di queste pronunciate in Brasile, peggiorano l'impressione che Benedetto XVI abbia ritirato le "scuse" offerte da Papa Wojtyla. Non riconoscere fatti storici precisi, ma parlare vagamente di «ombre» e genericamente di non meglio identificati «colonizzatori» sa di reticenza, quasi a voler ribadire il concetto espresso in Brasile.
Che poi con tanta facilità si ammetta che ci possano essere ombre nell'opera della grazia divina inquieta. Si è persino disposti a dare la colpa a Dio e allo Spirito Santo, piuttosto che condannare gli errori dei Papi precedenti?
3 comments:
e chissenefrega!
A parte il commento beota qui sopra, JimMomo, e' facile ricordare che le ombre o (per utilizzare un linguaggio piu' prettamente teologico) il mistero della Grazia Divina mica e' una scoperta di Papa Ratzinger.
Gesu' mica muore di raffreddore. Viene messo a morte innocente, in palese ingiustizia, non solo di fronte a Dio ma di fronte alla giustizia umana. E Gesu' prega ed invoca "Dio mio perche' mi hai abbandonato".
La commistione di giustizia ed ingiustizia e' tra le ragioni della croce di Cristo, lo scandalo piu' grande essendo la sofferenza dell'innocente, imposta dal potere in ogni tempo.
Inviterei dunque a qualche buona lettura teologica (anche solo i vangeli), scevra dalla fretta di far lezione di teologia al Papa.
Ma oggi pare sia diventata una moda, da Pannella a Scalfari, passando per vorrei-essere-Dan-Brown-Corrado-Augias: pensano tutti di essere tanti piccoli Origene.
Che vergogna questo papa, questo schifoso crociato!
Non ho parole
www.faceonmars.splinder.com
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