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Thursday, May 31, 2007

Un Draghi volenteroso

«Il Paese ha trasformato il proprio sistema bancario, ha iniziato a rimettere in ordine la finanza pubblica». Insomma, «ha ripreso a crescere», ma attenzione a non adagiarsi sugli allori: «Abbiamo smesso di accumulare debito, non abbiamo iniziato a ridurlo». Queste le note positive nella relazione annuale del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (qui il testo integrale).

Ora, però, bisogna attaccare «le debolezze strutturali dell'economia». Come? Quattro passi indispensabili:

Ridurre «stabilmente la spesa corrente», con «interventi decisivi sulle dimensioni e sulla composizione del bilancio. A noi la scelta se abbattere il peso del debito nei prossimi 10 anni, prima dell'accentuarsi dell'invecchiamento della popolazione, o aspettare: accettando però profondi cambiamenti nel sostegno che la società sarà in grado di assicurare ai più deboli».

«Innalzamento dell'età pensionabile», anche per «mantenere un livello adeguato nei trattamenti».

Ridurre le tasse: una pressione fiscale «più alta della media Ue e prossima ai massimi degli ultimi decenni» scoraggia «l'investimento in capitale fisico e umano e rendono più onerosa l'osservanza delle norme». E quindi, sempre gli stessi, pagano sempre di più.

Liberalizzazioni dei mercati e dei servizi, «essenziali per recuperare competitività e crescita». Si è cominciato a farlo, ma finora in modo troppo «esitante» nel settore energetico e dei servizi pubblici locali. [Intanto, segnalo quattro gatti in piazza della Repubblica, a Roma, alla manifestazione dei tassisti contro le liberalizzazioni di Bersani. Visti con i miei occhi].

Nel settore dell'impiego pubblico «premiare la produttività», sia a livello individuale, anche con «stipendi differenziati», che sulla base della qualità dei servizi offerti dalle singole strutture, che deve diventare criterio «cardine per la valutazione delle amministrazioni pubbliche e dell'azione dei suoi dirigenti».

Il Governatore ha poi posto l'istruzione «al primo posto fra i campi dove il cambiamento forte è necessario», confermando «la bassa collocazione del nostro sistema scolastico nelle graduatorie internazionali», a cospetto di risorse che «non mancano», anzi, «per studente sono più elevate in Italia che nella media dei Paesi europei».

Infine, sul sistema bancario, Draghi ha illustrato il nuovo approccio della Banca d'Italia: dopo il prolungato «interventismo» del passato, ha detto, «il ruolo che vi abbiamo svolto è stato neutrale, non distaccato. Abbiamo indicato l'obiettivo, non il protagonista del percorso: puntare alla crescita, abbandonando i campanilismi del passato, accettando la sfida del mercato. Da questo è nata la trasformazione, non dai programmi delle autorità». Per Draghi, «un sistema finanziario moderno non tollera commistioni tra politica e banche». La separazione deve essere «netta: entrambe ne verranno rafforzate».

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