Interessante articolo di Innocenzo Cipolletta, ieri su Il Sole 24 Ore, che sottolinea come il problema delle politiche per la famiglia non è disgiunto dalle parole d'ordine che spiegano il successo di Blair in Gran Bretagna e hanno fatto vincere Sarkozy in Francia: lavoro, merito, mobilità sociale. Oggi «prevale il patrimonio rispetto al lavoro e la rendita supera la retribuzione».
La politica dovrebbe dunque puntare «sull'estensione del concetto di famiglia e soprattutto sull'aumento della mobilità e delle opportunità di lavoro»: più lavoratori, meno pensionati. Il problema delle famiglie, infatti, cioè di quelle già formate che stentano e di quelle che non riescono ad essere formate è principalmente uno: reddito da lavoro. La soluzione non è, come erroneamente si crede, elargire sussidi di Stato.
Nel primo caso, spesso in una famiglia di quattro componenti un genitore è già pensionato, l'altro percepisce uno stipendio ma è vicino alla pensione e due figli ancora studiano; nel secondo, i redditi da lavoro dipendente - in Italia i più bassi d'Europa, poiché sopportano i costi della rigidità del mercato del lavoro (i datori di lavoro sono meno propensi ad assumersi il rischio di stipendi più alti se poi licenziare è impossibile) - non sono sufficienti ad acquistare una casa o a pagarsi un affitto.
Succede quindi che negli altri paesi occidentali ormai nell'arco di una vita non sia così remota la prospettiva di arrivare a celebrare il terzo matrimonio, a formare la "terza" famiglia. Da noi, essendo raro che ci si possa permettere di formare una famiglia entro i trent'anni, e con tempi eccessivamente lunghi e procedure costose per ottenere il divorzio, si ha la sensazione di avere a disposizione un colpo solo. Ecco perché la convivenza, l'unione di fatto, è sempre più l'opzione scelta e il matrimonio arriva, semmai, a coronamento.
Detto questo, da parte mia sono pronto a scendere in piazza con Filippo Facci per il Single Day.
1 comment:
completamente d'accordo con te.
che poi, dimmi tu se nell'anno di Nostro Signore 2007 ogni tanto mi tocca sentire parlare ancora di politiche nataliste...
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