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Wednesday, May 30, 2007

La CdL vince, ma non convince

Dovranno faticare per cancellare il ricordo amaro delle occasioni sprecate nei loro 5 anni di governo

Invece di incalzare e sfidare il governo sulle liberalizzazioni, perché proceda a quelle pesanti (telecomunicazioni, reti, energia, enti locali, lavoro), il centrodestra si schiera dalla parte delle corporazioni contro le lenzuolate Bersani.

Avviene di nuovo in questi giorni, alla Camera, dove ieri, tra l'altro, è stato approvato (247 sì, 201 no e 5 astenuti) un emendamento al ddl Bersani, presentato dal deputato radicale Sergio D'Elia, che consente nei supermercati e nelle parafarmacie di vendere, oltre ai farmaci da banco, anche i farmaci con obbligo di ricetta della cosiddetta "fascia C".

Dopo la legge per aprire un'impresa in sette giorni, di Capezzone, forse il contributo di maggior rilievo della presenza parlamentare dei radicali.

Non solo si afferma un principio di libero mercato e di tutela del consumatore, ma «si restituisce anche un po' di dignità agli oltre 50mila laureati ed abilitati alla professione di farmacista e ai quali finora veniva impedito di aprire un proprio esercizio e dispensare farmaci che non fossero solo da banco».

Con l'eccezione di pochissimi deputati - Mauro Del Bue, Benedetto Della Vedova, Antonio Martino e Francesco Nucara - le forze del centrodestra che si definiscono "liberali" e "liberiste" si sono opposte anche a questo emendamento. Se anche ritenessero di dover respingere, nel suo complesso, il ddl Bersani, cosa impediva, intanto, di contribuire a migliorarlo?

Gli elettori del Nord hanno premiato Forza Italia e Lega Nord, ma di questo passo la CdL non promette un'offerta politica esaltante dal punto di vista delle riforme liberali.

Dopo i festeggiamenti per il successo alle amministrative, sarebbe ora che non si limitassero a dare spallate, ma che lavorassero a una proposta di governo che risponda alle esigenze espresse dagli elettori, per convincerli che non sarebbe un'altra occasione sprecata. La vedo dura, perché tra il colbertismo di Tremonti e lo statalismo di An, tra Casini e la Lega, la confusione sembra regnare sovrana e sbaglierebbero a dormire sugli allori di un voto di protesta condizionato.

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