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Sunday, May 27, 2007

Sapevano e nascondevano

«La Chiesa non può essere colpevole di un reato commesso da una singola persona. (...) Non è la diocesi che rimborsa la vittima, è il sacerdote che dà un rimborso per un atto, e in casi del genere non riteniamo che ci sia un rapporto tale per cui noi siamo i garanti dei comportamenti di assistenza dei sacerdoti».
Monsignor Giuseppe Betori, a margine dell'Assemblea generale della Cei, di cui è segretario.

Le diocesi coinvolte nei processi negli Stati Uniti non sono state condannate a risarcimenti milionari per una sorta di generica responsabilità oggettiva, ma perché in sede processuale è stato provato che sapevano, nascondevano e permettevano che i crimini continuassero per anni. La struttura in quei casi copriva, era connivente.

1 comment:

Anonymous said...

Olanda: gay drogati e poi infettati con Hiv.
Tre persone sieropositive adescavano omosessuali su internet, poi li narcotizzavano e iniettavano loro il sangue infetto
Potrebbero essere solo i primi di un gruppo più numeroso

GRONINGEN (OLANDA) - La notizia che cinque omosessuali sono stati drogati e dopo di che contagiati deliberatamente con sangue infetto con il virus HIV è scoppiata come una deflagrazione ieri pomeriggio a Groningen, durante la conferenza stampa convocata dalla polizia locale. Gli indiziati sono quattro uomini, tre per maltrattamenti sessuali e uno per aver fornito gli stupefacenti, tutti residenti nel nord dell’Olanda.
VOCI DA OLTRE UN ANNO - Già dal giugno 2006 circolavano voci in questo senso, pubblicate anche dal Gay Krant, il serio periodico a distribuzione nazionale che si occupa di problematiche omosessuali. Finora, però, non si era potuto provvedere a fermare il fenomeno perché nessuna delle vittime aveva osato sporgere denuncia: l’imbarazzo e la vergogna sono le cause principali, perché si tratterebbe di omosessuali con un’apparente immagine eterosessuale, padri di famiglia con una doppia vita quindi. Non per niente, infatti, gli indiziati facevano pubblicità per le loro feste a sfondo sessuale gay su internet, tramite chatbox, per poi incontrarsi fisicamente in case private. I malcapitati che visitavano questi party venivano drogati sia con XTC che con la famigerata GHB (Gamma-idrossibutirrato), la cosiddetta droga da stupro, rimanendo privi di conoscenza in balia delle voglie perverse del trio sieropositivo in questione.
LA DENUNCIA - I tre costringevano così le vittime ad avere rapporti sessuali non protetti e inoltre per sommo dell’orrore iniettavano loro un cocktail del proprio sangue infetto. Soltanto nel febbraio di quest’anno una delle vittime, diventata sieropositiva, ha sporto la prima denuncia, cosicché a metà maggio i tre, che hanno nel frattempo ammesso la propria colpevolezza, sono stati arrestati. Le ragioni che i responsabili hanno addotto per il loro comportamento sconsiderato sono due: l’eccitamento estatico e la possibilità di fare del sesso «puro» senza freni e senza limiti. L’accusa del pubblico ministero è di gravi lesioni apportate con premeditazione, la cui pena massima è di sedici anni. «L’aspettativa di vita delle vittime grazie alle medicine è allungabile, per questo non si può parlare di omicidio preterintenzionale o di assassinio». Nel frattempo le denuncie sono diventate cinque, ma si teme che il fenomeno abbia colpito decine di persone. Le reazioni delle istituzioni e delle organizzazioni gay sono di incredulità e di condanna e si spera che le altre persone coinvolte abbiano il coraggio di rivolgersi alla polizia.
Marika Viano
31 maggio 2007
dal corriere

SAPEVANO E NASCONDEVANO