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Tuesday, July 12, 2011

Agire in poche ore o perire

Quello che non hanno ancora capito è che la manovra è già superata dai fatti. Non basta più approvarla subito, bisogna tagliare di più e non a partire dal 2020 per il 2030. Annunciare subito: tutti in pensione a 65 anni dal 2012, a 67 dal 2018 (e invece c'è un ministro irresponsabile che ancora ieri si vantava che l'aumento dell'età pensionabile delle donne nel privato era rinviato «all'anno del mai»); che dal 2012 la spesa non crescerà di un solo euro, ma in termini "reali" e non tendenziali; privatizzazioni per un paio di punti di Pil per abbattere il debito; e subito detassazione lavoro-capitale, perché davvero (ma davvero davvero) i mercati non guardano solo al rigore, che dev'esserci con misure strutturali, ma anche alle prospettive di crescita: se non cresci il debito come lo paghi? Sarà banale, ma anche tremendamente vero che il rigore senza crescita non risolve nulla, perché se il Pil aumenta, ogni anno, meno degli interessi, il rapporto debito/Pil aumenta.

No, invece, fermamente no a nuove patrimoniali, misure una tantum che non incidono sulla spesa pubblica, non mutano l'attitudine dei politici a spendere, e le cui entrate vengono sperperate nell'arco di pochi anni in nuove spese. Il segnale forte, come suggerivano giorni fa Perotti e Zingales, dev'essere «il pareggio di bilancio nell'arco diciamo di un anno». Su questo blog è dal giorno di presentazione della manovra che ripeto quanto sia opportuno anticiparlo al 2013 rispetto alle richieste europee (2014). Come? Se lo fai con le entrate, ammazzi l'economia, la crescita, quindi non raggiungi il pareggio e sei daccapo.

È vero che i fondamentali economici del nostro Paese - sia di finanza pubblica (in questi anni abbiamo fatto meno deficit di tutti, se si esclude la Germania; le banche italiane non hanno avuto bisogno di salvataggi pubblici), che di bassa crescita (attorno all'1%) - non sono mutati nelle ultime settimane; è vero che Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna stanno peggio di noi. Cosa, allora, può giustificare un attacco simile? Prendersela con gli speculatori è l'alibi preferito dei politici. Sullo sfondo c'è il contesto europeo e internazionale: la Grecia fallirà e questo rende maggiore il rischio economico sui nostri titoli di Stato e su quelli degli altri "Pigs", rendendo incerte persino le prospettive dell'euro, anche per le indecisioni europee e, soprattutto, tedesche sul da farsi in sua difesa. A ciò si aggiunga il baratro del debito Usa che si sta aprendo e l'interesse di molti, dunque, ad accanirsi sulle debolezze europee.

Se è vero che altri stanno peggio di noi, è anche vero che il valore assoluto del nostro debito è incomparabile al loro, e quindi molto più rischioso per l'intero sistema. Pesano ovviamente anche i fattori nazionali: se si vive per anni sul bordo del precipizio - debito alto e bassa crescita - non importa quanto si possa apparire stabili, capaci equilibristi, prima o poi si può iniziare a scivolare verso il basso anche per uno spiffero d'aria. L'incertezza politica di un governo diviso al suo interno, di un'opposizione irresponsabile che non offre alternative credibili in termini di austerità e crescita, e delle inchieste che lambiscono il ministro del Tesoro fanno il resto, ma sono tutto sommato aspetti marginali.

Effettivamente, i nostri conti pubblici durante la crisi del 2008-2009 sono rimasti in ordine, principalmente per merito di Tremonti che ha resistito sia alle sirene interne di parecchi ministri, sia a quelle di Bersani che chiedeva più soldi - «freschi» - per stimolare l'economia. E tenere i conti in ordine durante la crisi era condizione indispensabile per non finire come la Grecia, ma non sufficiente per ripartire col piede giusto e per restare fuori dalla crisi del debito che ha colpito l'area euro. L'Italia ce l'avrebbe fatta solo a patto di approfittare di questa finestra temporale, di questa maschera ad ossigeno, per realizzare vere riforme. Ciò che il governo - e soprattutto il duo socialista Tremonti-Sacconi, che dall'inizio ha avuto in mano la politica economica teorizzando che durante la crisi non si dovesse toccare nulla - non si è mai convinto a fare, illudendosi invece di poter vivacchiare con correzioni ragionieristiche.

La manovra tanto attesa era l'ultima spiaggia per evitare i colpi che probabilmente i mercati avevano già in canna, ma ha già fallito, perché rinvia i tagli strutturali di vent'anni, continua a botte di patrimoniali e mancano vere "frustate" per la crescita. Ora i nodi stanno venendo al pettine, il Paese sta pagando e continuerà a pagare a caro prezzo l'immobilismo del governo in tema di riforme, che subito dal 2008 abbiamo denunciato, e il tempo è (quasi) scaduto.

3 comments:

Cachorro Quente said...

Tu parli di "opposizione irresponsabile che non offre alternative credibili" e hai credo una parte di ragione; ma se fossi in te forse mi dedicherei anche a un minimo di autocritica...

La situazione internazionale e nazionale non dipende solo da Berlusconi, è vero. La politica economica della sinistra, quando ha governato, è stata decisamente opinabile; altrettanto vero.

Ma adesso, di fronte al dramma, stiamo osservando il centro-destra e lo spettacolo è penoso.
L'uomo del fare è palesemente in una fase di down della sua malattia bipolare e sta probabilmente cagando in un secchio rinchiuso in una stanza sigillata tipo Howard Hughes.
La maggioranza blindata uscita dalle elezioni si è trasformata in un'armata brancaleone che neanche la parodia dell'Ulivo della Dandini e dei Guzzanti degli anni '90.
Queste sono le persone che avete votato, e avete votato per anni, e non sono peggiorate nelle ultime due settimane; sono sempre state così.

Fort said...

"..La maggioranza blindata uscita dalle elezioni si è trasformata in un'armata brancaleone che neanche la parodia dell'Ulivo della Dandini e dei Guzzanti degli anni '90...
Sono, come si suol dire, cose che succedono se qualche "ragazzo di bottega" con ambizioni quirinalizie non conosce i propri limiti e vuole strafare. Forse conviene che si ritiri a Montecarlo ospite del cognato.

Anonymous said...

eccerto, è sempre colpa di qualcun'altro.

ti ricordo che qualcuno in italia viene pagato profumatamente per prendersi delle responsabilità di fronte al paese.