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Wednesday, October 20, 2004

Armi "improprie" contro Buttiglione. Pannella le impugna

In poche parole quello che è successo oggi. Un quotidiano britannico, il Daily Telegraph, ha pubblicato oggi un articolo nel quale dice che non è solo Mr Catone ad avere guai con la giustizia. Il segretario di Buttiglione è indagato per frode, e questo lo sappiamo, ma lo scoop del Telegraph è che anche il commissario designato Rocco Buttiglione, due anni fa, è stato indagato per un anno dalla procura del Principato di Monaco (WOW!). Ipotesi di reato: finanziamenti illegali alla Democrazia Cristiana, insomma, il più classico dei reati di Tangentopoli. Il giornale ha sentito il magistrato, che ha però dovuto chiudere l'inchiesta (sigh!) per «imprecisioni» nei documenti ricevuti dall'Italia e perché non ha potuto stabilire che un crimine fosse stato commesso nel Principato. Come a dire: "Non avevo le prove, ma Buttiglione era colpevole".

Ho già detto che ritengo non solo legittimi, ma anche opportuni sia il voto in Commissione contro Buttiglione sia il pressing su Barroso per cambiargli portafoglio. Ma non nascondiamoci dietro un dito. Posta in questi termini la vicenda rischia di diventare scivolosa e torbida. Si tratta di utilizzare la via giudiziara, per altro esaurita da due anni, per colpire Buttiglione e scalzarlo dalla Commissione europea laddove non vi si riesce con i mezzi leali della politica e delle idee.

E Pannella? Manco a dirlo, cavalca: «Il problema non è Buttiglione, ma Barroso e il governo italiano». I giri di parole non ci convincono. Arriva a dichiarare ai microfoni di Radio Radicale: «La cosa peggiore che possa accadere al governo italiano, al governo europeo e allo stesso Buttiglione, è che venga mantenuta la sua candidatura. Sarebbe uno stillicidio, per ragioni nobili ed ignobili». Insomma, tutto pur di far posto alla Bonino. Abbiamo certo più stima dell'ex commissaria radicale, ma un così esplicito e odioso ricatto morale a Buttiglione e al governo italiano ("Se insistete con Buttiglione vi faranno vedere i sorci verdi del giustizialismo per i prossimi anni") va assolutamente respinto da chiunque giunga. Cioè, Buttiglione dovrebbe rinunciare perché ricattato dai fumi giustizialisti?

E basterebbe che Buttiglione assicurasse di escludere Catone dalla sua segreteria a Bruxelles, come tra l'altro sembra voglia fare? Ne dubitiamo.
Nella sua replica, stavolta immediata, Buttiglione, dando mandato ai suoi legali di adottare tutte le misure previste dalla legge per difendere la propria onorabilità, fa sapere di non essere «mai stato informato di una qualsivoglia inchiesta nei suoi confronti nel Principato di Monaco o altrove». «Torniamo a ribadire - si legge nella nota - che nel futuro gabinetto del commissario incaricato non ci saranno persone provenienti dall'Italia, ma personalità di primo piano già operanti da anni in ambito europeo».

2 comments:

Anonymous said...

Caro JimMomo, ti copio e incollo (perdona la lunghezza) l'ultimo post con cui provavo a spiegare perché i commissari europei han fatto bene a bocciare Buttiglione, e che proprio non c'è da preoccuparsi che sia stato un atto di laicismo fondamentalista (o oscurantismo laicista, come preferisci). Capisco la tua attenzione per certi toni di Pannella, ma vorrei capire anche se tu condividi o meno l'opinione di Ferrara. (se puoi, leggi le considerazioni che seguono e poi dimmi che significato ha il fatto che Buttiglione, in lettera a Barroso, abbia detto che l'unica cosa che conta è essere contro le discriminazioni (Repubblica online di oggi). Ma guarda! Il punto è che per la dottrina della Chiesa e per Buttiglione non è discriminazione se un omosessuale non insegna alla scuola elementare, sicché non costa molto essere contro le discriminazioni). Copio e incollo, dunque:

A proposito del famigerato comma 3, art. 3 del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216 (su cui su azioneparallela si è discusso a lungo) rimaniamo sempre in attesa dell'interpretazione autorevole di un giuslavorista. Ma possiamo ingannare l'attesa con profitto. Io avevo domandato infatti: quali sono le "differenze di trattamento" dovute a "caratteristiche connesse all'orientamento sessuale" che non costituiscono discriminazione, visto che i successivi commi dell'articolo in oggetto chiariscono gli altri ambiti in cui appunto differenze di trattamento non costituiscono discriminazione. Bene, la risposta a questa domanda (che non mi è ancora giunta) si può assai poco arditamente congetturare in base alla Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, Appendice del 1993 della Congregazione per la Dottrina della Fede, nn. 10-14 (che a leggerlo tutto si capisce anche, e bene, quale "antropologia dell'intero monoteismo" (Galli della Loggia) la giacobina commissione europea ha con furia laicista messo al bando). Copio e incollo:

“La tendenza sessuale non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, etc., rispetto alla non-discriminazione. Diversamente da queste, la tendenza omosessuale è un disordine oggettivo e richiama una preoccupazione morale. Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale; per esempio, nella collocazione di bambini in adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori sportivi, nel servizio militare. Gli omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone. (…) Nondimeno, questi diritti non sono assoluti. Essi possono venire legittimamente limitati a motivo di un comportamento esterno oggettivamente disordinato. Ciò è talvolta non solo lecito ma anche obbligatorio, e inoltre si imporrà non solo nel caso di comportamento colpevole, ma anche nel caso di azioni commesse da persone fisicamente o psicologicamente malate. (…) Includere la tendenza omosessuale fra le considerazioni in base alle quali ogni discriminazione è illegale, può facilmente condurre a valutare l’omosessualità come fonte positiva di diritti umani. (…) Ciò è tanto più deleterio, dal momento che non esiste alcun diritto all’omosessualità, la quale pertanto non può costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa ed alla promozione legale dell’omosessualità. (…) Inoltre, c’è il pericolo che una legislazione che trasformi l’omosessualità in una fonte di diritti possa di fatto incoraggiare le persone con tendenze omosessuali a dichiarare la loro omosessualità o addirittura a cercare dei partners allo scopo di sfruttare le disposizioni di legge” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, Appendice del 1993, nn. 10-14).

Massimo, www.azioneparallela.splinder.com

JimMomo said...

In effetti per la lunghezza non ti dovrei scusare :-))
Sarebbe scortese da parte mia rinviarti ai post sui quali ho commentato dall'inizio la vicenda, quindi ti rispondo con solo un paio di frasi. Ho scritto chiaramente che Buttiglione deve incartare e portare a casa quella bocciatura, perché è così che la democrazia funziona: su quali elementi infatti, un deputato chiamato a conferire un incarico pubblico dovrebbe basare il proprio giudizio se non su idee e atti politici del candidato? Sono quindi lontano dalla posizione di Ferrara perché la laicità non c'entra proprio nulla. Buttiglione andrà ad occuparsi di libertà pubbliche ed è pertinente chiedergli cosa pensa dell'omosessualità. Non gli stiamo chiedendo quante multe ha preso negli ultimi 5 anni, o di quale squadra è tifoso, né in quale religione si riconosca. Lui ha risposto con sincerità - e legittimamente - e la Commissione altrettanto legittimamente gli ha votato contro.

Però, bisogna stare attenti a tirare in ballo scivolose vicende giudiziarie. Non vorrei che proprio i radicali (!) contribuissero a sbattere i "mostri" in prima pagina. No, così non mi piace. Ben venga se Buttiglione sarà escluso, ma non sotto il ricatto giustizialista. Questo no.