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Saturday, December 16, 2006

Il diritto che c'è ma non si tocca

Vittoria amarissima, ora tutti alla veglia

Ai tanti Soloni il Tribunale di Roma ha spiegato il perché della battaglia politica di Welby. Il perché della sua necessità, della sua urgenza, il perché rivolgersi alle istituzioni non significa voler affidare la vita e la morte nelle mani dello Stato, ma viceversa riavere indietro un proprio diritto che è ora negato da uno Stato che non c'è, si nasconde, ti calpesta e non se ne accorge neanche, come nel più tipico ingranaggio kafkiano.

Il Giudice ha sia riconosciuto il diritto di Welby, sia constatato l'incertezza giuridica. Piergiorgio Welby ha diritto di chiedere l'interruzione della respirazione assistita, previa somministrazione della sedazione terminale, ma è un «diritto non concretamente tutelato dall'ordinamento», scrive il giudice Salvio nella sentenza con cui ha dichiarato inammissibile il ricorso di Welby, sollecitando inoltre «un'iniziativa politica e legislativa per colmare il vuoto normativo in materia».

Significa esattamente che pur essendo un diritto ciò che chiede Welby, le contraddizioni tra le normative vigenti, esattamente come temevano i radicali, espongono i medici che volessero attuare la volontà del paziente a delle serie ripercussioni. Tradotto: lo Stato è responsabile della prigionia di Welby. Ma chi è lo Stato? Chi risponde per Lui?

Una decisione che chiama drammaticamente in causa il potere politico, che - scommettiamo - non risponderà, rendendosi inadempiente del suo dovere primario: tutelare le libertà dei cittadini. A chi spetta, se non alle istituzioni, tutelare concretamente i diritti? Vedremo quanti vili uomini di governo declineranno le proprie responsabilità.

Vittoria amarissima, ora tutti alla veglia, almeno chi non è costretto come me a letto per una maledetta febbre.

7 comments:

Anonymous said...

il potere politico, (...) suo dovere primario: tutelare le libertà dei cittadini.

MA CHI? QUANDO MAI? DOVE MAI?

Anonymous said...

i giudici italiani emettono certe sentenze che a leggerle...altro che kafka!!!

uhmm...troppi "copia ed incolla"...o forse solo...consapevolezza della propria onnipotenza.

ed infatti, il giudice salvio può emettere tutte le sentenze che vuole...non entro nel merito della fattispecie...ma non si erga a mentore delle istituzioni "intimandogli" di colmare lacune et simila...

faccia l'impiegato dello stato...superpagato e supetutelato ma faccia solo quello.

se ne stia al calduccio del suo immacolato - e potente - scranno, anche perché rivolgendosi in tal guisa ai politici...non solo rischia di andare fuori dei ranghi ma sicuramente, si rivolge al nulla.

perché nel caso specifico, la morte e la vita sono utilizzati dalla nostra politica alla stregua di concetti vuoti, puro karaoke.

ora, non che voglia fare il panegirico dei "valori"...io sono un immorale, non me ne frega un caxxo dei valori, inoltre ciascuno ha i propri...voglio solo dire che essi, perfino i loro succedanei, corrono il rischio grave ed attuale di essere utilizzati ad usum delphini...ridotti a mero opportunismo ed esaltazione apologetica dell'ideologa di turno, contro o pro...questo non importa.

e siccome a me l'opportunismo, come pure il convincimento fideistico-dogmatico, di qualsiasi tenore...mi stanno tanto sulle bolas, per quel che mi riguarda recedo dalla disputa tirando un taglio netto e "radicale"...mo' ce vò...al caso welby ( tenendomi i miei mancati convincimenti fideistici, sia di stampo laico che confessionale ).

non prima di sviscerare un'ultima considerazione, a suggello, su tutto il "dibattito" accanitosi su welby e la sua condizione umana: questo dibattito mi sembra che sia scientemente alimentato da una pluralità di soggetti che non vogliono contribuire al riconoscimento di un nucleo di valori condivisi; questi soggetti, in realtà, vogliono solo far prevalere le loro differenze "etiche", laiche o confessionali che siano o presunte tali ambedue.

sono gli alfieri di un modello di società che manifesta e predilige i suoi peggiori fondamentalismi.

questo dibattito-minuetto tra cattolici di destra e di sinistra, di sopra e di sotto, tra laici di destra e di sinistra e di ogni altra sorta di latitudine conosciuta, sono la dimostrazione che ci stiamo incamminando verso una società catechizzata, a prescindere dalla "chiesa" che detta la sua fede.

help!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Alle veglie non c'era quasi nessuno.
Ma non perchè il problema non sia sentito, neppure per il maltempo, nemmeno per il poco tempo avuto per organizzarle, nemmeno perchè tra una settimana è Natale.
Per nessuno di questi motivi, tutti secondari.

Ma solo perchè sostenete questo governo insulso, vecchissimo ed oppressore pur coi vostri ipocriti malpancismi. Tutto qua.
Semplice semplice come la gente comune, essa sì i veri "volenterosi" oppressi di ogni giorno.

Altro dai proclami, dai manifesti, dai ritagli mediatici di certi furbetti che si ritroveranno col cerino acceso in mano.

Anonymous said...

il mio totale sostegno a Welby e ai Radicali per la battaglia di libertà contro uno stato che considera la vita come bene collettivo e non come proprietà privata.
Un abbraccio a Piergiorgio e un saluto affettuoso a tutti i Radicali che sostengono la sua lotta nella sofferenza.
Ciao!

Anonymous said...

concordo con tutto(o quasi)spero solo che si capisca la differenza trai i cassi Welbi Eluana Schiavo etcetc,un conto è l'eutanasia un conto il testamento biologico insomma ci vuole atten zione,già leggo cose che non mi piacciono.....anche da parte di radicali "estremi",non ci può essere un diritto di terzi allo staccare la spina,su questo spero che non ci siano dubbi.....

Anonymous said...

Auguri di pronta guarigione, caro JimMomo, innanzitutto. Ho un forte presentimento che il Tribunale di Roma deciderà l'impugnazione del PM in senso favorevole a Welby. Motivi: una composizione collegiale che allevierà il nervosismo e l'esposizione di una decisione del genere, nonchè l'indubbio sollievo per taluni di una castagna tolta dal fuoco, che potrebbe legittimare il rinvio sine die di ogni iniziativa legislativa in materia ( che non ci sarà comunque, beninteso ). La sentenza del giudice di primo grado mi ha fatto comunque riflettere sul ruolo e la cultura della giurisdizione in questo momento, che mi sembrano abbandonare le tensioni morali, sociali ed interpretative degli ultimi decenni per tornare all'antico, al magistrato pavido, timorato, curiale e conservatore degli anni 50/60 del '900.
milton

JimMomo said...

Grazie per gli auguri, caro milton, ma è polmonite... ci vorrà un po'.

Ottima la tua riflessione sulle giurisdizioni degli anni 50/60 e quelle degli anni '70.

Credo che entrambe abbiano aspetti negativi. Quanto al magistrato pavido eccetera... hai già detto tu. Credo che però a volte le "tensioni morali, sociali ed interpretative" abbiano ecceduto, trasformando la percezione della magistratura agli occhi dei magistrati: da ordine a Potere per la trasformazione della società. Non pochi hanno creduto nel socialismo per via giudiziaria.

Comunque, la sentenza dimostra forse la superiorità della common law. In quel caso la Corte avrebbe saputo adottare il principio generale al caso singolo.