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Wednesday, June 25, 2008

Salvare lo Zimbabwe

Mica adesso verranno a dirci che Mugabe è come Saddam Hussein? Che dispone del più forte esercito dell'area e che attaccarlo sarebbe una catastrofe?

La comunità internazionale - termine troppo vago - diciamo le democrazie, dovrebbero raccogliere il grido d'aiuto lanciato oggi in una conferenza stampa da Morgan Tsvangirai, leader del Movement for Democratic Change e rivale del dittatore Mugabe, rifugiato da domenica all'interno dell'ambasciata olandese per timore di essere arrestato o addirittura assassinato. «Occorre un contingente di pace per salvare il mio Paese. Devono agire al più presto le Nazioni Unite e la Sadc (South Africa Development Community, n.d.r.)», cioè la comunità economica dei Paesi dell'Africa australe.

Laddove per «contingente di pace» intende probabilmente un intervento militare capace di porre fine al potere dell'affamatore Mugabe. «Subito dopo l'arrivo delle forze di pace le Nazioni Unite e l'Unione africana devono mandare osservatori elettorali per preparare nuove elezioni presidenziali – ha scritto ieri il capo dell'opposizione sul quotidiano britannico Guardian - La battaglia che si sta combattendo in Zimbabwe è tra democrazia e dittatura, giustizia e ingiustizia, giusto e sbagliato. La comunità internazionale deve diventare qualcosa di più di un partecipante morale: si deve mobilitare».

D'un tratto ci si accorge che il regime change in versione neocon e l'interventismo liberal, o diritto/dovere di ingerenza, alla Clinton e alla Blair, come in Kosovo, sono sempre di attualità. Sudan, Birmania, Zimbabwe, dovrebbero essere i casi di scuola. Commentatori conservatori (Wall Street Journal, Times) e liberal (Guardian), fino a Susan Rice, il principale consigliere di politica estera di Obama, guardano al ricorso alle armi per rimuovere il despota Mugabe. Gli incubi Rwanda, Mogadiscio e Bosnia sono appena dietro l'angolo.

Ancora una volta a Washington e a Londra rivolgiamo lo sguardo, sperando nel coinvolgimento di un'acquisita consapevolezza umanitaria e sensibilità democratica da parte dei leader africani.

1 comment:

Anonymous said...

Ma certo, santo cielo! Come non accorgersi che i buoni hanno bisogno di aiuto e che ai cattivi bisognerà mandare qualche bomba intelligente così da zittirli per sempre... cattivo Mugabe, con l'unica colpa di aver flirtato per decenni con i 'liberatori' che lo hanno tenuto lì buono buono finché gli è servito e adesso devono preparare la rivoluzione arancio, blu, pesca, fucsia, la revolution of freedom!!! evviva!!!

Long live the neocon! questi meravigliosi geni incompresi... Il 'benefattore' Ernest Von Braun, in confronto, gli fa un baffo...

Ma dov'è Condy? non si vede più? Non è che l'hanno lasciata legata a un palo perché nelle ultime riunioni c'era scritto: Io non posso entrare ???