Altro che «apertura», come scrivono i giornali; «buona apertura», azzardano addirittura i radicali. Attenzione ai Franco Garelli, che vedono «del movimento nelle posizioni della Chiesa», un Bagnasco che «apre» al testamento biologico. E' esattamente il contrario, è un tentativo di inculata con destrezza fin troppo evidente, ma sufficientemente mimetizzato dietro toni concilianti da trarre in inganno alcuni giornalisti e quei politici che dovrebbero difendere i nostri diritti, troppo stupidi e/o ignoranti per poter tenere testa alla Cei, che - dobbiamo riconoscerlo - ha una classe politica di tutto rispetto.
E' singolare come non si siano accorti che il gioco è cambiato. La Cei e i politici cattolici hanno ostacolato per anni l'approvazione di una legge sul testamento biologico. Che ad un tratto siano proprio loro a chiederla a gran voce dovrebbe sollevare qualche sospetto. E' che nel frattempo ci sono stati i casi Welby ed Englaro. Qualcosa è cambiato, ma i difensori delle nostre libertà individuali, ahimé, non se ne sono accorti - forse perché i meriti non sono i loro. E' lo stesso Bagnasco, d'altra parte, a parlare di alcuni recenti «pronunciamenti giurisprudenziali». Quelle sentenze hanno confermato ciò che da tempo sospettavamo, e cioè che il diritto del malato a rifiutare o a sospendere i trattamenti medici è costituzionalmente garantito e non può mancare un giudice davanti al quale farlo valere, anche in assenza di leggi specifiche.
La volontà del malato può essere fatta valere in qualsiasi momento, sia se il malato è cosciente (come Welby) sia se incosciente (sulla base di una volontà differita accertata oltre ogni ragionevole dubbio). Quindi, ciascuno di noi può redigere e stampare un modulo, magari con l'aiuto di un medico di fiducia, firmarlo davanti a un notaio e lì depositarlo. Varrà come testamento biologico, senza bisogno di alcuna legge.
E' falso, quindi, che c'è «un vuoto legislativo», come sostengono Ignazio Marino e i radicali. C'è piuttosto un "pieno" legislativo. E che pieno! La costituzione stessa. Dunque, vi chiedo per pietà, mettete da parte il vostro smisurato e ben poco laico ego di legislatori. Aprite gli occhi: è del tutto evidente che Bagnasco ha la convinzione che in Parlamento esistano i numeri e la volontà trasversale per arrivare al risultato da lui sperato, cioè a una legge che interpreti in modo restrittivo la costituzione per far sì che i tribunali non possano più adottare quelle sentenze che hanno «inopinatamente aperto la strada all'interruzione legalizzata del nutrimento vitale». Insomma, lo scrissi già a Cappato tramite il Riformista, una legge potrebbe addirittura limitare quegli spazi di libertà che in sede giudiziaria si sono dimostrati essere da sempre aperti.
Il neurologo che ha in cura Eluana Englaro spiega bene il pericolo cui si va incontro assecondando l'«apertura» di Bagnasco: «Una legge sul testamento biologico che escludesse la nutrizione sarebbe vuota, addirittura un passo indietro rispetto ad oggi. Del resto la Cassazione esprimendosi sul caso Englaro ha definito l'alimentazione un intervento sanitario».
E' vero, il nostro sistema giudiziario è quanto di più incerto. Ma come si fa a non vedere che siamo già 2 a 0? Perché non difendere ordinatamente il risultato? Perché, invece, esporsi al contropiede della Cei? Almeno aspettassero la sentenza della Corte costituzionale, che con ogni probabilità intorno al 7-8 ottobre rigetterà il conflitto d'attribuzione sollevato dalle Camere per iniziativa del PdL. Forse Bagnasco ha giocato d'anticipo, cercando di rimettere in moto il Parlamento prima che arrivi la mazzata della Corte.
3 comments:
Telepaticamente:
http://malvino.ilcannocchiale.it/2008/09/23/varie.html
"2 a 0". La morte di Welby e il coma di Englaro sono due goal, dunque... Complimenti per la schiettezza (oscena, ma da voi non ci aspettiamo altro).
Luca
E bravo anonymous, perfetto espontente di quella classe di italiani disposti a passare da fessi, pur di far finta di non capire e piegare alla visione dell'unghia sporca l'additamento della luna.
Sempre istruttivi.
Saluti
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