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Wednesday, July 16, 2008

Serve proprio una legge, che rischia di non essere "buona"?

Su il Riformista di oggi:

Caro direttore, secondo Cappato il legislatore deve intervenire. Un politico come lui non dovrebbe ignorare le ultime sentenze che non solo hanno riconosciuto il diritto dei pazienti consapevoli, com'era Welby, ma hanno anche indicato le condizioni alle quali una volontà espressa nel passato da pazienti in stato di incoscienza debba ritenersi accertata oltre ogni ragionevole dubbio. Non "innovando" il diritto, ma richiamandosi a principi già esistenti nell'ordinamento. Ci sono voluti anni, ma la giustizia sembra arrivata prima della politica, ammettendo de facto testamenti biologici scritti e verbali. Chiedo a Cappato: e se Welby o il papà di Eluana avessero già ottenuto, certo con enormi sacrifici, risultati oltre i quali il Parlamento non saprebbe spingersi? E se addirittura limitasse gli spazi di libertà che si sono aperti in sede giudiziaria? Non dovrebbe far riflettere il fatto che improvvisamente ad invocare il legislatore è Mons. Fisichella? Una legge, per essere buona oltre che nuova, non potrebbe che limitarsi a tutelare la volontà del paziente, qualunque essa sia. Il mio dubbio è che invece, come spesso capita in Italia, la politica abbia la presunzione di imprigionare in uno o più schemi fissi una casistica dalla irriducibile varietà, perdendo di vista i principi generali. Un esempio: la politica si ostina a voler definire se la nutrizione artificiale sia un intervento ordinario o straordinario. Con un "compromesso" legislativo secondo cui fosse da ritenersi ordinario, tutte le Eluane sarebbero condannate a prescindere dalle loro volontà. Certo, il nostro sistema giudiziario è quanto di più incerto. Ma è lecito aspettarsi che le recenti sentenze costituiscano dei precedenti. E' probabile che un nuovo Welby non dovrà aspettare mesi, e una nuova Eluana anni, e che da oggi sempre più medici si farebbero avanti. L'impressione è che il vissuto quotidiano, le singole scelte degli italiani, possano arrivare prima e meglio della politica, risparmiandoci la "toppa" del legislatore, quasi sempre peggiore del "buco".

3 comments:

Anonymous said...

Oggi Vassalli spiega perché la decisione del giudice della corte di cassazione non trovi fondamenti giuridici.

Se un'altra sentenza, gentile Punzi, ribaltasse il verdetto, continuerebbe a credere che i diritti dei cittadini si ottengano grazie ai giudici ed alle loro sentenze?

Io non credo sia la strada migliore, e credo abbia ragione Cappato. Non è perché la legge rischia di non essere esattamente come la si vuole che è utile osteggiarla. Ci si batta piuttosto in parlamento perché prevalgano le proprie tesi.

Roger-Marin
P.S. si consideri inoltre che viviamo in un paese di diritto positivo...

Anonymous said...

"La Corte ha deciso che il giudice può, su istanza del tutore, autorizzare l'interruzione soltanto in presenza di due circostanze concorrenti: che sia provata come irreversibile la condizione di stato vegetativo e che sia accertato che il convincimento etico di Eluana avrebbe portato a tale decisione se lei fosse stata in grado di scegliere di non continuare il trattamento . Ove l'uno o l'altro presupposto non sussista, il giudice deve negare l'autorizzazione dovendo allora essere data incondizionata prevalenza al diritto alla vita, indipendentemente dal grado di salute, di autonomia e di capacità di intendere e di volere del soggetto interessato e dalla percezione, che altri possano avere, della qualità della vita stessa". Continuo a non capire .... cosa non va nel merito di questa sentenza ? Che non prevede il miracolo ? che non stabilsce che la vita Dio ce l'ha data e solo Dio ce la può togliere ? continuo a non capire

Anonymous said...

http://www.ilfoglio.it/soloqui/724

Chapeau,
Roger-Marin