Alla fine, accogliendo il suggerimento che proveniva da più parti, anche interne alla maggioranza, il governo ha deciso di puntare alla via maestra per introdurre l'immunità delle quattro più alte cariche dello Stato e di modificare la sospendi-processi in modo da fugare ogni sospetto.
La sospensione non è più «automatica», ma viene attribuita ai procuratori capo la facoltà di decidere la sospensione dei processi per reati indultati con pene inferiori ai 4 anni. Quei processi, cioè, la cui eventuale sentenza di condanna non verrebbe eseguita, sempre che siano celebrati prima che intervenga la prescrizione. Sarà quindi possibile rinviare i processi per i reati commessi fino al 2 maggio 2006, appunto quelli che comunque rientrano nell'indulto, invece che solo fino al 30 giugno 2002.
Rimane fermo il principio generale di dare priorità a determinati processi, per i reati di maggiore gravità, per quelli commessi in violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, più in generale, per tutti quelli che prevedono pene superiori ai 4 anni di reclusione.
Si tratta quindi di un alleggerimento sostanziale del carico di lavoro che grava sui tribunali, nella speranza che ciò possa servire almeno nel breve termine ad accorciare i tempi della giustizia. Anche se speriamo che ciò non equivalga a un cedimento del governo e della maggioranza rispetto al proposito di abolire o superare l'obbligatorietà dell'azione penale e di riportare in sede parlamentare l'individuazione di una politica giudiziaria.
Chi non ha davvero più alibi, a questo punto, è il Pd. La sospendi-processi diventa una norma di razionalizzazione e semplificazione burocratica; il lodo Alfano modifica quello Schifani nelle parti in cui la Corte costituzionale aveva ravvisato motivo di incostituzionalità. La Corte non ha mai rilevato la necessità di agire attraverso modifica costituzionale e infatti il presidente della Repubblica è intenzionato a firmare il lodo Alfano.
Insistere con il "no" da parte del Pd - invece di rivendicare (perché no?) anche un successo politico-parlamentare nell'aver fatto modificare orientamento alla maggioranza - significherebbe che il Pd e Veltroni, non sapendo resistere alla tentazione e alla magra soddisfazione di vedere Berlusconi condannato in primo grado, continuano a fornire sponde politiche alla magistratura politicizzata e a non riconoscere l'anomalia che caratterizza i rapporti tra potere politico e ordine giudiziario in Italia. In altre parole, vorrebbe dire che davvero non vogliono o non sanno uscire dalla "vecchia stagione".
E, d'altra parte, il ritorno del Pd al "modello tedesco" contro il maggioritario a doppio turno francese, che pure era stato indicato nel programma elettorale, significa la fine della veltroniana «vocazione maggioritaria» e il ritorno della dalemiana stagione delle alleanze, con Casini e la sinistra radicale.
2 comments:
Il vecchio ritorna (D'Alema, Casini, i partitini, i cespugli, gli affarucci ed il modello tedesco) perchè il nuovo non esiste.
E questo già basta ed avanza a definire la crisi mortale della sinistra in Italia.
Ma la mia preoccupazione è il ritardo del governo sul federalismo fiscale.
E, francamante, se Bossi e la Lega decidessero di mollare il Cav. perchè presi in giro sul federalismo... non avrei molto da obiettare.
Quella E' la riforma delle riforme.
E visti i manifesti dell'opportunista ultraconservatore DiPietro contro il federalismo fiscale non ho dubbi sul dove schierarmi.
Parlando ora, a poca distanza dalle elezioni, l'0unica gestione di cui si può essere soddisfatti (almeno per quello che io posso vedere direttamente), è quella del presidente della Provincia di Roma Zingaretti.
Tutto quello che il suo ruolo gli consente di fare lo sta facendo, e molto bene, direi.
FInalmente ad esempio, l'intera città e coperta da wi-fi a banda larga, e per chi lavora sempre col computer come me, è una comodità non da poco!!
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