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Thursday, July 10, 2008

Indagini alla spagnola

«Rivalutiamo il lavoro della polizia», fanno sapere i legali della famiglia di Federica, la ragazza uccisa in Spagna, a Lloret de Mar. Non c'è nulla da rivalutare. Semplicemente, la polizia spagnola ha utilizzato un approccio di indagine opposto a quello che siamo abituati a vedere in Italia. Invece di arrestare subito il principale sospettato, torchiarlo e cercare di estorcergli la confessione con la durezza del carcere, lo hanno interrogato e lasciato andare; hanno atteso di ritrovare il corpo della ragazza, ma hanno mantenuto sotto controllo il sospettato, con discrezione, seguendone i movimenti, le telefonate, gli incontri. Il tizio ha già confessato, appena arrestato, senza neanche un giorno di carcere. Altro che «rivalutare». Qualcosa ci fa presumere che in Italia quello di Federica sarebbe potuto divenire il delitto irrisolto dell'estate 2008, nel solco di Garlasco, Perugia... e Gravina, naturalmente. E intanto leggiamo (su La Stampa di ieri, in un articolo di Francesco La Licata), la purtroppo non incredibile storia di un innocente che si è fatto 31 anni di carcere per una confessione estorta sotto tortura. In Italia, non a Guantanamo.

1 comment:

Anonymous said...

Federi', inoltre non dimenticare che i nostri inquirenti se non dispongono di intercettazioni ormai non cavano più un ragno dal buco.

ciao