«Il monumento al Sessantotto degli altri si trova nella parte alta della piazza, sotto la statua del pacifista duca di Boemia vissuto nel decimo secolo. Il suo nome è San Venceslao: lo sguardo fiero e sereno, fissato per l'eternità nel bronzo, in sella a un cavallo con una folta criniera. Lì dal piedistallo, osserva la fila di curiosi che si avvicina in silenzio per deporre un fiore sulla lapide collocata ai suoi piedi. La piazza è vasta e rettangolare, il piano è obliquo. D'inverno il vento gelido dei monti s'infila nel lungo corridoio...»E' uscito oggi il primo di una serie di articoli di Pierluigi Mennitti, per Ideazione.com. E' da segnalare, perché il titolo è felicemente evocativo. Da quel «Sessantotto degli altri» c'è da imparare, sembra suggerire, quasi ammonire.
«Quarant'anni fa, mentre gli studenti occidentali occupavano le università, a Praga i giovani lottavano per la libertà. Ecco la storia di una rivoluzione fallita». Già, ma quale delle due è fallita davvero?
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