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Tuesday, July 01, 2008

Rigore Napolitano. Il Csm oserà sfidarlo?

Il presidente Napolitano ha tracciato i confini istituzionali del Csm, esercitando il ruolo che gli compete - e che molti presidenti prima di lui non hanno esercitato, contribuendo all'attuale deriva politicista dell'organismo.

In una rigorosa lettera inviata al vicepresidente Mancino, e letta all'apertura della seduta del plenum in cui sarà esaminata la discussa bozza Pepino-Roia sulla norma sospendi-processi, il presidente ha chiarito che il Csm è sì chiamato ad esprimere pareri sui disegni di legge riguardanti l'ordinamento giudiziario, anche durante l'esame del provvedimento da parte del Parlamento qualora per motivi di tempo non riuscisse ad esprimersi prima, ma che non gli spetta alcun vaglio di costituzionalità.

«Non può esservi dubbio o equivoco sul fatto che al Csm non spetti in alcun modo quel vaglio di costituzionalità cui, com'è noto, nel nostro ordinamento sono legittimate altre istituzioni. Confido che nell'odierno dibattito e nelle deliberazioni che lo concluderanno, non si dia adito a confusioni e quindi a facili polemiche in proposito».

Napolitano, quindi, «confida» che dalla seduta plenaria di questo pomeriggio esca un parere privo di quel giudizio di incostituzionalità presente, invece, nella bozza Pepino-Roia diffusa la scorsa settimana. Staremo a vedere se il Csm oserà sfidare anche l'autorità del presidente della Repubblica andando oltre i paletti fissati oggi.

L'interpretazione del Capo dello Stato è persino troppo generosa nei confronti del Csm, estensiva rispetto alla sua legge istitutiva del '58. Nell'articolo 10 della legge 195 del 1958, infatti, quella citata dal presidente, si dice che il Csm «dà pareri al ministro, sui disegni di legge concernenti l'ordinamento giudiziario, l'amministrazione della giustizia e su ogni altro oggetto comunque attinente alle predette materie». Qui la legge sembrerebbe intendere prima che vengano approvati dal Parlamento, mentre il decreto sicurezza è stato già modificato e approvato dal Senato.

Il Csm dà i suoi pareri al ministro - c'è scritto - non al Parlamento. La prassi del Csm, purtroppo consolidata, pare quindi essere contraria allo spirito e alla lettera della legge, secondo cui dà il suo parere solo ed esclusivamente sui disegni di legge del governo e non anche sui provvedimenti di iniziativa parlamentare.

2 comments:

Anonymous said...

l'interpretazione di napolitano immagino sia corretta.
ma cosa accadrà quando sarà la corte costituzionale (eventualmente) a decretare che quel decreto non è valido all'interno della Costituzione? o altre norme, se per questo. si dichiarerà che la corte costituzionale si mette a fare politica?

JimMomo said...

Esattamente, come ha sempre fatto, a partire dalle inammissibilità di molti referendum.