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Wednesday, July 02, 2008

Repetita iuvant: meno spesa, meno tasse

«I conti pubblici peggioreranno», avverte il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ascoltato oggi dalle commissioni Bilancio sul documento di programmazione economico-finanziaria. Dà l'idea di una bocciatura il titolo di Corriere.it, che tralascia di riportare il riferimento temporale indicato da Draghi: «Nel corso del 2008». Insomma, un altro bel regalo che ci lascia il Governo Prodi, quello che almeno aveva lasciato i conti a posto... A cadere oggi è l'ultima menzogna alla quale si aggrappava Veltroni in campagna elettorale pur di non scaricare Prodi.

Il governo dovrebbe invece attenersi alla ricetta tanto semplice quanto urgente ricordata dal governatore: «La politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale». Riducendo le aliquote su lavoratori e imprese «rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita», perché diminuirebbero le «distorsioni» dell'attività economica e migliorerebbe la competitività delle nostre imprese. Draghi ha chiesto anche, «qualora si delineasse un andamento congiunturale più favorevole di quello atteso», di «restituire il drenaggio fiscale per sostenere il reddito disponibile delle famiglie».

Insomma, lo Stato per fare la sua parte non deve inventarsi nulla di particolarmente originale: deve costare di meno alla collettività, produrre servizi migliori e abbassare le tasse.

Promosse a pieni voti le iniziative del ministro Brunetta per aumentare la produttività dell'amministrazione pubblica: «L'introduzione di nuovi sistemi di valutazione del personale, la valorizzazione del merito e la maggior responsabilizzazione dei dipendenti pubblici che il Governo intende perseguire con apposita legge delega, vanno in questa direzione».

Draghi torna a battere sul tasto dolente delle pensioni, lasciato in secondo piano dal nuovo governo dopo l'abolizione dello "scalone Maroni" da parte di Prodi, e spiega che «al fine di contenere la spesa e assicurare ai pensionati futuri pensioni adeguate», dovrebbe crescere «nel medio-lungo periodo l'età media effettiva di pensionamento». Giudizio positivo sull'abolizione del divieto di cumulo, che «muove nella direzione di aumentare il tasso di attività dei cittadini di 60 e più anni, che in Italia è ancora relativamente basso».

Da quanto riportato dalle agenzie, gli unici rilievi critici espressi da Draghi sulla manovra triennale riguarderebbero la Robin Hood tax. Non c'è bisogno di essere governatori della Banca d'Italia per capire perché. Come ho scritto più volte, la Robin Hood tax applicata a banche, assicurazioni e petrolieri rischia di ripercuotersi sui consumatori dei prodotti petroliferi, dei servizi bancari e assicurativi.

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