Secondo Howard Fineman, di Newsweek, la "parte difficile" per Obama viene adesso: "il test reale saranno i prossimi 100 giorni". Finora Obama si è concentrato su due scopi, secondo Fineman: sul fronte diplomatico, voleva dimostrare la sua visione multilaterale e annunciare una nuova era di coooperazione e buona volontà dopo gli otto anni di unilateralismo di Bush; sul piano interno, in mezzo a questo "spaventoso caos economico", voleva dimostrare di voler fare qualcosa di diverso. "Non sono qui per seppellire il capitalismo, ma per salvarlo. Sì, ci sarà una medicina amara per Wall Street e le banche, ma una medicina, non un veleno".
Questi due approcci secondo Fineman hanno pagato. Il tasso di approvazione dell'operato di Obama "rimane straordinariamente alto" e "il presidente appare in grado di fare significativi progressi su molte questioni nei prossimi mesi". Ma d'ora in poi, per mantenere le aspettative dei primi 100 giorni, Obama "dovrà affrontare, e in alcuni casi scontrarsi con alcuni dei suoi - e nostri - migliori alleati. Ai democratici e ai liberal non piacerà tutto ciò che il presidente vorrà fare, così come non piacerà tutto ad alcuni dei nostri tradizionali alleati internazionali".
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