«E' possibile uscire da questa crisi più forti», ha dichiarato questa mattina il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ma sarà possibile a delle precise condizioni. «Ogni paese - ha spiegato - affronta la recessione con le sue forze, le sue debolezze, la sua storia». Purtroppo, «negli ultimi vent'anni la nostra è stata una storia di produttività stagnante, bassi investimenti, bassi salari, bassi consumi, tasse alte». Quindi, non basterà aspettare con le mani in mano che la tempesta passi, «una risposta incisiva all'emergenza è possibile solo se accompagnata da comportamenti e da riforme che rialzino la crescita dal basso sentiero degli ultimi decenni».
In particolare, «dobbiamo, da subito, puntare a conseguire una più alta crescita nel medio periodo». Dobbiamo considerare, ha avvertito, che «il nostro paese si ritroverà non solo con più debito pubblico, ma anche con un capitale privato depauperato dal forte calo degli investimenti e dall'aumento della disoccupazione. Se dovessimo limitarci a tornare su un sentiero di bassa crescita come quello degli ultimi 15 anni, muovendo per di più da condizioni nettamente peggiori, sarebbe arduo riassorbire il debito pubblico e diverrebbe più cogente la necessità di politiche restrittive per garantirne la sostenibilità».
Per scongiurare questo scenario, ha detto Draghi, serve innanzitutto «assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici» («le misure di riduzione della spesa corrente vanno introdotte nella legislazione subito, anche se con effetti differiti»), ma servono anche «quelle riforme che, da lungo tempo attese, consentano al nostro sistema produttivo di essere parte attiva della ripresa economica mondiale». In particolare, «il graduale incremento dell'età media effettiva di pensionamento», per assicurare pensioni più dignitose e un più alto tasso di attività lavorativa, innalzando sia il reddito delle famiglie che il potenziale produttivo dell'economia; «il completamento degli ammortizzatori sociali»; «l'attuazione del federalismo fiscale»; «la progettata riforma della Pubblica amministrazione»; la ripresa del «processo di liberalizzazione intrapreso negli anni passati». Il governatore ha poi citato «la ripresa degli investimenti pubblici», la realizzazione di infrastrutture e la «riduzione nei tempi di pagamento dei debiti commerciali» da parte delle amministrazioni pubbliche.
Uscire più forti dalla crisi è possibile, ma non avverrà come per incanto. Servono le riforme indicate da Draghi, di cui parliamo da tempo. «Siamo qui per questo», è stato l'incoraggiante commento di Berlusconi all'appello di Draghi. Solo che di tempo non ne rimane molto, se vogliamo agganciare la ripresa nel migliore dei modi.
1 comment:
draghi ha cazziato silvio in maniera sferzante
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