Pagine

Wednesday, May 20, 2009

Se l'Iran segue l'esempio della Corea del Nord

Più che profetico John Bolton nel suo editoriale di oggi sul Wall Street Journal. Mentre suggerisce di «tenersi pronti per un altro test nucleare nordcoreano», avvertendo che «l'Iran potrebbe presto seguire l'esempio di Pyongyang», ecco che arriva l'annuncio di Ahmadinejad: testato con successo un nuovo missile terra-terra, il Sejil-2. Con gittata 2 mila km, sarebbe in grado di raggiungere sia Israele che le basi Usa nel Golfo persico. Sembra tanto un primo segnale di chiusura all'invito al dialogo avanzato da Obama, ma potrebbe essere solo la propaganda di Ahmadinejad per farsi rieleggere.

Nell'ottobre 2006, ricorda comunque Bolton, la Corea del Nord ha conseguito «un incredibile successo diplomatico» grazie alla sua «belligeranza». Il suo primo test nucleare portò alla ripresa dei colloqui a sei, guadagnando ulteriore tempo per il suo programma nucleare. Ora Kim Jong Il si prepara a seguire lo stesso «copione». Ad aprile ha lanciato il missile Taepodong-2 e Gary Samore, funzionario del Consiglio per la sicurezza nazionale, ha recentemente confermato che un secondo test nucleare è probabilmente in programma.

Un secondo test dopo quello del 2006 avrebbe potuto causare la fine dei colloqui, ma finora dall'amministrazione Obama non è trapelata nessuna minaccia in questo senso. Anzi, nonostante le provocazioni di Pyongyang, l'inviato speciale Bosworth ha ribadito che gli Stati Uniti «sono impegnati per il dialogo» e «ovviamente interessati a tornare al tavolo del negoziato appena possibile». Precisamente ciò che la Corea del Nord vuole.

«Se il prossimo test non porrà fine ai colloqui a sei - avverte Bolton - Kim concluderà a ragione che non corre alcun pericolo non smantellando il suo programma di armamenti» e che la sua tattica funziona. Il «vero mistero - secondo Bolton - è perché le nostre amministrazioni - sia repubblicane che democratiche - non hanno ancora imparato che la loro fiducia nei colloqui a sei è mal riposta». «Svincolare» un secondo test nucleare dalla continuazione o meno dei colloqui a sei «darà semplicemente a Kim il permesso di procedere».

Dialogo senza dover sospendere i propri piani è esattamente ciò che vogliono. «L'Iran e le altre aspiranti potenze nucleari arriveranno esattamente alla stessa conclusione: i negoziati come i colloqui a sei [con la Corea del Nord] sono una farsa e riflettono il continuo crollo della risolutezza americana». L'«accondiscendenza» Usa nei confronti di un secondo test nucleare nordcoreano indurrà Teheran ad adottare la stessa strategia di successo di Pyongyang, prevede Bolton. Ma a quanto pare gli iraniani hanno imparato più in fretta e non hanno avuto bisogno di aspettare il secondo test nordcoreano. «E' arrivato il momento per l'amministrazione Obama - conclude Bolton - di porre fine al copione di Kim Jong Il. Altrimenti, meglio tenerci pronti ad un Iran nucleare».

3 comments:

Anonymous said...

che problema c'è se Corea del Nord e Iran hanno il nucleare?

Jean Lafitte

Beppe said...

Solo che solo dittature sanguinarie e totalitarie?

Anonymous said...

ammesso anche che fosse vero, per quale motivo le "democrazie" dovrebbero avere a disposizione le armi nucleari e le "dittature" no?

Jean Lafitte