Oltre 300 mila persone (più di un milione, secondo gli organizzatori) nella più grande piazza di Ankara in difesa della laicità delle istituzioni turche: «Non vogliamo un imam a Chankaya», era il grido dei manifestanti. Chankaya è la collina su cui ha sede la presidenza della Repubblica. L'iniziativa è nata da un appello lanciato via Internet da un blog dell'"Associazione per il pensiero di Kemal Ataturk".
Caso unico in Medio Oriente, tutti i canali televisivi hanno trasmesso in diretta le immagini della manifestazione, di evidente segno anti-governativo. In paesi dove il radicalismo islamico si diffonde soprattutto nelle istituzioni culturali, ad Ankara è stata massiccia la partecipazione di studenti universitari e liceali, e dei loro professori, in difesa della laicità. Che neanche in Italia...
In quale altro paese islamico è immaginabile una manifestazione simile? E l'Europa dovrebbe chiudere le porte a un paese del genere, da oltre mezzo secolo leale membro della Nato, amico di Israele, geostrategicamente posto a guardia della porta tra Oriente e Occidente?
Sull'adesione della Turchia in Europa, che comunque avverrebbe a termine di un lungo processo politico ed economico, sbagliano Sarkozy e la Merkel, i maggiori oppositori. Sono più arabi o più greci, i turchi? E' proprio vero che non hanno nulla a che vedere dal punto di vista storico, culturale, geografico, con l'Europa? E la sfida ormai ineludibile non è già quella di un islam europeo nei valori politici? Ma soprattutto, l'Europa può permettersi di spingere un paese chiave nella guerra al fondamentalismo, perché l'unico islamico dalle istituzioni laiche, tra le braccia di Mosca o Teheran?
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