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Thursday, April 12, 2007

AAA. Furbetti cercasi disperatamente

Incredibile come, all'indomani della nota da parte della Commissione europea sul caso Telecom, la stampa amica del governo si sia prodigata a trasformare una bacchettata preventiva in un'«intesa» con Bruxelles, in un «sì condizionato», mentre si è trattato innanzitutto di due netti "no" dalla commissaria Reding: no alla «statalizzazione» della rete fissa; no ad un intervento diretto, normativo, del governo sulle regole di accesso.

Un unico sì: ad una «separazione funzionale», sul "modello inglese" - quello vero però - di cui finora aveva parlato il ministro Gentiloni, ma in termini ambigui, evocando decreti e scorpori, mentre la via inglese sarebbe quella di negoziati diretti tra l'Autorità delle Comunicazioni e Telecom.

Intanto, la partita per la proprietà entra nel vivo. Potrebbe arrivare il soccorso spagnolo o la cordata bipartisan. E voi, da utenti, chi preferite? Un colosso delle telecomunicazioni come At&t, che fa funzionare da decenni milioni di telefoni, o Confalonieri e Colaninno senior, lo stesso che con Telecom ha già provato pochi anni fa con esiti fallimentari e che muove bene i suoi flussi finanziari, senza mai piani industriali?

Ancora una volta sottoscriviamo l'editoriale di Francesco Giavazzi. E' assurdo che ci si agiti tanto da parte di quelle istituzioni, politiche e bancarie, «corresponsabili degli errori della gestione attuale, perché fino a ieri erano soci di Pirelli in Olimpia o siedono ancora nel sindacato che controlla Pirelli». «Se qualcuno è disposto a pagare il 30% in più per il controllo di un'azienda, può avere due ragioni per farlo: o crede di riuscire a migliorarne la gestione, oppure vuole ricavarne dei benefici privati. Quando il governo oggi auspica l'impegno di banche che hanno condiviso, seppur indirettamente, la gestione di Telecom è evidentemente pronto ad accordare loro questi benefici: ad esempio la garanzia che nessuno metterà in discussione la governance autoreferenziale delle fondazioni che controllano la maggior parte del sistema finanziario italiano e nominano gli amministratori delle banche».

Ma la soluzione, avverte Giavazzi, potrebbe essere «ancor più diabolica»:
«Gli stranieri che hanno fatto un'offerta per Telecom (At&t e América Móvil) saranno obbligati a condividere il controllo (almeno per alcuni anni) con qualche banca italiana, così da poter dire che l'italianità è salva. Per convincerli si offrirà qualcosa anche a loro: un po' di protezione dalla concorrenza, un buon prezzo per la rete che alcuni nel governo vorrebbero ri-nazionalizzare. E così a pagare sarà ancora una volta il contribuente-consumatore».

2 comments:

Anonymous said...

premetto subito che devo studiare di più...non solo storia ma pure economia...così accontento tutti i detrattori-maestri di vita che non fanno altro che spronare allo studio...gli altri.

loro sanno già tutto...

nel merito...modestamente credo che il vero morbo italiano sia noto a tutti ovvero, che il nostro "capitalismo", chiamiamolo così...al di là della diatriba sulle definizioni di stile tipo...capitalismo senza capitali e/o capitali senza capitalisti...dicevo...è noto a tutti che la patologia italiana è che il suo "capitalismo" è capace di sopravvivere solo in un mercato chiuso e protetto...appena si apre una piccola...breccia...nel muraglione di questa cinta protezionistica – come oggi dimostra ancora il caso telecom – le aziende italiane vanno in tilt.

uhmm...personalmente, sarei curioso di vedere il game-over...aspetta un po', facciamo di...eni ed enel...in un mercato dove veramente regni la sana concorrenza...

apnea totale, coma profondo irreversibile...temo...e questo perché enel ed eni, giusto per citare ancora due nomi famosi...tre con falqui...sostanzialmente sono controllate dallo stato.

ma come ho detto, il morbo nostrano è noto a tutti...perché in italia, a prima vista, sembrerebbe che alberghino i veri profeti del libero mercato...i maestri di vita e delle privatizzazioni...sembrerebbe che si sia privatizzato tanto, quasi tutto...ma solo perché in italia il "mercato" è costruito sui resti delle imprese di stato...un numero di sepolcri sconsacrati superiore a qualsiasi altro paese ad economia avanzata.

tutti becchini, dunque...ma geni, veri maestri del mercato...a patto che si agisca in spazi in cui non è che c’è poca concorrenza, addirittura spadroneggiano i monopoli!

se non gli accordi di cartello.

non credo ci sia soluzione...nemmeno diabolica...perché l'italia non è mai stata affetta...per così dire...dal morbo dell’economia di stampo capitalistico e di mercato.

altro morbo ci affligge...


ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

Ci sono tanti tipi di furbetti
d'alto bordo e di piccolo cabotaggio.
Come questi: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/15/stella_baby_pensioni_esercito_fannulloni.shtml

ma certamente le opportunità che sanno cogliere derivano dall'assenza dello stato di diritto nel nostro paese.
e se non si dà una mega sfoltita alla ridondanza della legislazione non se ne viene fuori.

"il tuo dire sia...."

c'è altro da dire?