Mentre anche la Repubblica Ceca sceglie la flat tax
Ieri la Banca d'Italia è intervenuta per lanciare un allarme sulla pressione fiscale, che in Italia ormai «supera quella media dell'area euro e si colloca in prossimità dei valori massimi storici».
Pareggio di bilancio, riduzione della pressione fiscale e aumento degli investimenti pubblici sono le tre priorità indicate. «Indifferibile, per cogliere tutti e tre questi obiettivi, il contenimento della spesa primaria corrente», che ha fatto registrare un picco attestandosi al 40% del Pil, persino oltre «gli elevati valori raggiunti nei primi anni novanta».
Purtroppo l'opposizione, osserva Guido Gentili sul Sole 24 Ore, «a parte l'ovvio "no" alle scelte del Governo, non pare avere una strategia definita e una proposta da presentare all'opinione pubblica. Tanti "no" conditi da facili battutismi mediatici né alzano il tono generale del confronto... né servono a mettere a punto un efficace progetto politico a redditività di consensi differita nel tempo, utile quando si tornerà a votare. Un'opposizione tanto liberale quanto efficiente avrebbe davanti praterie su cui cavalcare». Invece, sembra che preferisca «restare chiusa nel recinto dei "no" senza alzare nemmeno una bandiera».
In Germania il governo è intervenuto «drasticamente» per ridurre la tassazione sulle imprese. Quindi, dal primo gennaio 2008 l'Italia dovrà difendersi anche dalla concorrenza fiscale tedesca, mentre non accenna a diminuire la pressione proveniente dai Paesi baltici e dell'Europa orientale, che da anni, anche grazie alla flat tax, si rendono più appetibili agli investimenti esteri.
Intanto, un altro paese europeo, precisamente della Mittel Europa, potrebbe da qui a poco aggiungersi alla fascia dei paesi con aliquota fissa: la Repubblica Ceca. Il governo di centrodestra, guidato dal premier Mirek Topolanek, ha approvato la notte scorsa all'unanimità la riforma fiscale e sociale, che prevede l'introduzione dal 2008 di una imposta fissa sul reddito delle persone fisiche, la cosiddetta flat tax, al 15%. Sarebbe, mi pare, la più bassa in Europa.
La riforma prevede anche un aumento dell'Iva dall'attuale 5% per alimentari, farmaci e alcuni servizi, al 9% e un'incisiva riforma dello stato sociale. Il disegno di legge dovrà ora essere approvato in Parlamento, dove la coalizione di centrodestra dispone della metà dei 200 seggi totali.
1 comment:
se non erro anche la slovenia è passata alla flat tax. Ho idea che una proposta simile in italia provocherebbe più reazioni negative dell'annuncio della probabile acquisizione americana del 16% di telecom. Molti sono preoccupati della concorrenza cinese mentre non si rendono conto che il pericolo è ben più vicino, qui nella nostra europa dove nessuno puo' permettersi di chiedere dazi. Ed intanto la preoccupazione principale dei ministri sinistri è litigare sulla spartizione del "tesoretto"...
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