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Friday, March 12, 2010

Rappresaglia contro Minzolini

Su il Velino

Nel mezzo di una campagna elettorale dagli animi già esasperati per il caos liste si apre una nuova offensiva mediatico-giudiziaria, lungo l'asse procure-organi di stampa e settori politici giustizialisti, volta a colpire il premier Berlusconi e a intimidire il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. Lo strumento, ancora le intercettazioni telefoniche. Dopo il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, questa volta a farne le spese sono Minzolini e un commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, oltre a Berlusconi, naturalmente. Un caso che riaccende le polemiche sull'uso delle intercettazioni. Da una semplice indagine della Procura di Trani sui tassi d'usura di alcune carte di credito "revolving", di telefonata in telefonata si arriva ad ascoltare conversazioni che nulla hanno a che fare con l'inchiesta di partenza, ma che vedono protagoniste personalità ben più importanti e persino il presidente del Consiglio. Emerge un uso delle intercettazioni non come strumento per rafforzare gli elementi di prova a carico di indagati o sospettati, ma come vera e propria rete "a strascico" da cui "pescare" possibili ipotesi di reato.

Dalla procura le intercettazioni finiscono sui tavoli della redazione del giornale di Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, che ci informa del loro contenuto e ci dice che sulla base di queste intercettazioni sarebbero indagati...
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5 comments:

Carletto Darwin said...

Ci sono due punti nell'articolo in cui non sono d'accordo:
1. Il discorso delle "reti a strascico"; in Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, per cui non è corretto prendersela con i magistrati che appliano la legge e si trovano a passare da un reato, quello dell'usura, ad un altro.
2. La tua domanda "di che cosa sarebbero accusati". Un comportamento come quello descritto nell'articolo del Fatto è concussione.

Anonymous said...

vogliamo jimmomo al tg1!

JimMomo said...

Reperire notizie di reato dall'ascolto di conversazioni telefoniche di persone non intercettate e che nulla hanno a che vedere con l'inchiesta in corso, ma solo captate perché parlano con intercettati, presuppone di fatto uno stato poliziesco. Se è questo l'uso delle intercettazioni che vogliamo, allora tutti devono essere ascoltati e le procure devono essere in grado di perseguire tutti. Lascio a persone di buon senso capire in quale Paese vivremmo se così fosse (e di fatto sembra che già ci siamo, almeno per alcuni).

La concussione? Sì, come no. Questo dice "Il Fatto". Vedremo. Nel frattempo si sarà votato e il fango è gettato. Poi si vedrà... e finirà come sempre. Tra l'altro Trani non sarebbe neanche la procura competente e le intercettazioni sono già arrivate al Fatto. Tutto regolare?

Anonymous said...

Reperire notizie di reato dall'ascolto di conversazioni telefoniche di persone non intercettate e che nulla hanno a che vedere con l'inchiesta in corso, ma solo captate perché parlano con intercettati, presuppone di fatto uno stato poliziesco.

l'obbligatorietà dell'azione penale al suo massimo grado di fulgore. Ma non bisognava fare la riforma della giustizia? E quando? Nell'ultimo biennio della legislatura?

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Frank77 said...

Perchè veramente credi che si farà la riforma della magistratura? :-)