«Io non penso che siamo lì per il petrolio. Non siamo andati lì per ragioni imperiali o finanziarie. Siamo andati lì perché lui s'è convinto delle analisi di Wolfowitz e Cheney secondo cui gli iracheni sarebbero stati meglio, che avremmo potuto scuotere regimi autoritari del medio oriente e che avremmo usato il nostro potere per far crescere le possibilità di pace tra palestinesi israeliani. Lasciatemi essere chiaro su questo, dopo l'11 settembre chiunque fosse stato presidente avrebbe pensato: bin Laden ha trasformato tre aerei in armi di sterminio. Seduto lì, da presidente, vuoi prendere bin Laden, fare l'Afghanistan e tutto il resto. Ma avresti detto anche: la mia prima responsabilità ora è quella di fare tutto il possibile per essere certi che i terroristi non riescano ad avere armi chimiche o biologiche. Avrei dovuto fare questo. Ecco perché ho sostenuto questa cosa dell'Iraq».
Solo che avrebbe concesso agli ispettori Onu il tempo di concludere il lavoro. Una differenza di approccio, ma spesso, «come in Bosnia e in Kosovo, ci conduce allo stesso posto». «Ho fatto anch'io cose in modo unilaterale». I neocon sono pazzi invasati? «Be', prima di tutto, penso che dopo l'11 settembre avessimo bisogno di un po' di zelo missionario».
Bill Clinton a Time
Il dossier dell'amministrazione Clinton contro Saddam
Weekly Standard
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