E' l'Europa la grande bocciata. L'Iraq non ha pesato, crisi economica ed eurosfiducia sì
Eurostatalismo, eurodirigismo, europrotezionismo, euroburocrazie, eurocomunismo, euroimpotenza, eurocarrozzone, euroghost. In che nuovo blocco siamo finiti? Cosa e chi si nasconde dietro la retorica europeista per la quale è lesa maestà mettere in discussione l'Europa come sta venendo su? Il superstato leviatano di Bruxelles calpesta ogni giorno le libertà dei suoi cittadini e il deficit democratico delle istituzioni europee è ormai divenuto insopportabile. I 300 milioni di cittadini europei hanno scoperto il bluff, temono l'abbraccio mortale di questa grande piovra che frena lo sviluppo ed esita di fronte alle minacce globali. E, meglio fra tutti, lo hanno denunciato coloro che ne sono rimasti fuori: britannici, cechi, polacchi. Non solo l'astensionismo come risposta alla mancanza di idee, di visione, di progetti, di leader, ma vera e propria, sana, democratica avversione. Forse occorre accorgersi che sì, tornare indietro si può, e non è scandaloso rifletterci su.
E' perfetto, su questo, l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di oggi: denuncia l'«impotenza delle culture politiche» che hanno «tenuta a battesimo» l'Europa e che «in buona sostanza ancora la dominano: quella socialdemocratica e quella cristiano-democratica. Ipnotizzate dal virtuismo pacifista, avviluppate in sistemi di welfare ormai paralizzanti, da almeno un decennio esse non producono un'idea nuova, non alimentano alcuna visione capace di guardare al futuro, non si fanno conquistare da alcun sogno, soprattutto, come notava proprio ieri Jürgen Habermas su queste colonne, non annoverano più nelle proprie file "politici coraggiosi"».
Definirei "confusione morale" il grande male che spiega l'impotenza e l'inadeguatezza delle classi dirigenti della "vecchia Europa" continentale. La ricetta è liberale e americana?
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