Sembra che «la faziosità nei media tira, rende, vende. La notizia piace di più se è smaccatamente di parte. Così almeno in America, secondo un rapporto dell'autorevole Pew Research Center. Lettori di giornali, telespettatori, naviganti in Internet non hanno una grande opinione di quel che gli viene servito, né molta stima di chi li "informa". (...) La grande maggioranza ritiene che i media "facciano le notizie, anziché riferirle", riassume Andrew Kohut del Pew. Il che non equivale a dire che le inventino, ma che la priorità è diversa dal fornire un'informazione "oggettiva" e neutra».
«Comprano i giornali, zappano in tv, non in base a chi ritengono gliela "conti più giusta", a chi pensano fornisca un notiziario più veritiero ed equilibrato, fair and balanced, bensì in base alle proprie preferenze politiche. Come se alla notizia neutra preferissero una notizia di parte, con imprimatur fazioso, marchio ideologico, anziché di attendibilità, come se al fastidio di farsi dire qualcosa di nuovo o che rischia di disturbare le idee che si sono già fatte, preferissero la più rassicurante conferma di ciò di cui sono convinti».
Siegmund Ginzberg, Il Foglio
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