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Friday, June 18, 2004

A Kofi Annan non rimane che dimettersi, e vergognarsi

"Barboncino da salotto" in silenzio per il resto dei suoi giorni
La Risoluzione 1546, «che tanto ha fatto sperare ma dietro cui si cela il cinismo di tanti, assegna alle Nazioni Unite compiti cruciali: indire la Conferenza nazionale per luglio; preparare le elezioni; partorire la nuova Costituzione; gestire gli aiuti e la ricostruzione; garantire i diritti umani; stilare il censimento». Dovrebbe ricordarsi Annan che quando «l'Onu s'è fatta prendere dalla burocrazia pavida di un malinteso senso di equidistanza tra male e bene, tra dittatori e democrazie, tra criminali di guerra e forze di pace, allora è precipitata nella vergogna», come a Srebrenica. «La diplomazia, la prudenza, il tatto nel mondo grande e terribile sono da sempre sigla Onu e codice genetico del segretario Annan. Oggi però la bilancia in Iraq va fatta pendere senza indugi dalla parte della pace, della stabilità e della semina di democrazia. Lasciare che le polemiche, anche aspre, di un anno fa, i giochi delle cancellerie, il risentimento per lo scandalo "oil for food", i fondi neri di Saddam ai tempi delle sanzioni, offuschino l'impegno delle Nazioni Unite e releghino la 1546 tra le tante Risoluzioni calpestate come gride dell'Azzeccarbugli, mina il prestigio dell'Onu e logora la capacità di intervento del segretario».
Gianni Riotta, Corriere della Sera

«Kofi Annan ha proclamato la totale impotenza, l'inutilità e anche la pavidità dell'Onu». «L'Onu non va là dove i suoi dirigenti rischiano la pelle», è la nuova concezione dell'Onu, escogitata «da chi – per sua ammissione – nulla fece per evitare il genocidio in Ruanda; dal corresponsabile del disastro della missione in Somalia; da chi affidò la vita di Sergio Viera de Mello, suo rappresentante in Iraq, a un apparato di sicurezza interno all'Onu che un'inchiesta ha definito "scandaloso". L'Onu versione Annan serve soltanto come studio notarile per mediare protocolli diplomatici. Quanto agli iracheni, che hanno un bisogno drammatico quanto evidente della presenza fisica, della bandiera, della sede dell'Onu, quale simbolo della legalità internazionale contro il terrorismo... che si arrangino. Che se ne prenda atto e si scelga tra l'unilateralismo di George W. Bush e quello di Kofi Annan, l'ignavo».
Il Foglio

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