Pagine

Sunday, June 20, 2004

Quando Harry Potter avrà 50 anni con il suo ciuffo e gli occhialini

Al Corriere della Sera parla Douglas Feith, neocons: «La guerra al terrorismo ha tre fasi. Primo, scompigliare le file dei terroristi. Secondo, proteggere il suolo domestico. Terzo, smantellare l'ideologia che genera i terroristi».
Sul punto tre, la battaglia di idee, «siamo in difficoltà. Gli abusi nel carcere di Abu Ghraib sono stati una sconfitta terribile. E mi fa paura vedere vacillare il consenso degli americani sulla guerra in Iraq. Una democrazia non può combattere, se il fronte interno non è solido. C'è un punto che non riusciamo a far comprendere, né negli Stati Uniti né in Europa. La sola sicurezza in Medio Oriente, la chiave della pace nel mondo arabo, è la democrazia. Solo quando quelle società saranno stabilizzate da valori democratici, orrori e ingiustizie svaporeranno».
Difesa dalle accuse: «Sono più sicuri mondo e Medio Oriente senza Saddam? Sì. Il resto tocca al futuro. Il vero problema di Bagdad non va mai in prima pagina. E' la riluttanza degli iracheni a farsi carico della loro vita, della gestione quotidiana del Paese.
La sicurezza. «Spero si arrivi presto a una forza multinazionale diretta da un generale americano. (...) la sicurezza resta problema serio. Non che l'Iraq possa essere la Svizzera domattina, ma devono esserci progressi presto».
Lotta al caos. «Noi ragioniamo sull'incertezza. Non crediamo ai piani che prevedono il futuro e provano ad anticiparlo. Siamo coscienti dei limiti della nostra intelligenza e della nostra conoscenza. Non c'è un piano di ricostruzione dell'Iraq a tavolino, sarebbe artificiale (...) le formule a priori non funzionano. Se io vedo che a Falluja la stabilità torna dopo l'accordo con le tribù, faccio l'accordo con le tribù».
L'Europa? «Assumetevi più, non meno responsabilità. Siamo divisi da scelte politiche, lo so, ma uniti da valori comuni. Allora prendetevi più carico nel mondo, nei fatti. La mia paura è veder dividersi l'intesa atlantica, con Russia magari, o Cina, che scelgono il partner più favorevole del momento. Un imperdonabile errore strategico».
Complotto neocons? «La verità è difficile da cogliere in questo tragico momento. Molto più facile immaginare un complotto rassicurante, dove i cattivi siamo sempre noi».

No comments: