Thursday, June 10, 2004
In difesa del manifesto di An sulla liberazione degli ostaggi
"La sinistra li chiamava mercenari, la destra li libera". Così recita più o meno il manifesto della Federazione romana di An. E' questo il manifesto alla gogna e non quello che mostra dei cadaveri con la scritta "Colpa di Bush".
Non tutta la sinistra ha definito mercenari i quattro ostaggi italiani in Iraq. E' un dato di fatto. Ma che parte consistente della sinistra, non solo quella antagonista, Rifondazione o i Disobbedienti, usasse definirli mercenari o cercasse di insinuare il sospetto che lo fossero, anche questo è incontestabile. Se poi mi si dice che quel manifesto era inopportuno, concordo anche su questo. Troppo facile per Fassino dire "Io non l'ho mai detto", farebbe bene invece a riflettere un momento e a prendersi la responsabilità di cosa per settimane è uscito dalla bocca di suoi compagni di partito e di Ulivo, anche parlamentari (Diliberto lo disse in un Porta a Porta, persino la Gruber e Mimosa Martini lo ipotizzarono), o sulle pagine del suo quotidiano, l'Unità (per non parlare di Manifesto, Liberazione, Indymedia o altri siti estremisti)
«Per la legge sono mercenari», scriveva Toni De Marchi il 13 aprile: «Troppo mistero per della gente che dice di essere soltanto dei super-vigilantes impegnati in una zona un po' più pericolosa del normale. Un grande Bronx, o poco più. In realtà secondo la legge italiana, la definizione che si dovrebbe applicare loro è quella di "mercenari"».
L'Unità del 27 maggio: «Ma intanto non c'è solo il centrosinistra a giudicare poco opportuno il riconoscimento di meriti da eroe per il "contractor". Anche il sindacato degli agenti Unione sindacale di polizia si risente riguardo all'ipotesi del conferimento alla memoria della medaglia al valore civile. "Questa proposta - afferma l'Usp - che viene da un esponente della coalizione di governo, offende la memoria dei veri eroi, caduti a Nassiriya combattendo sotto il tricolore italiano per una missione di pace e che non erano certamente mercenari come Quattrocchi"».
«Erano mercenari e hanno avuto quello che sono andati a cercarsi», dichiara un missionario comboniano all'Unità il 27 aprile. Ad insinuarlo è lo stesso Furio Colombo il 14 aprile, mentre lo stesso giorno Robert Fisk parla tranquillamente di mercenari riferendosi a tutti gli uomini che lavorano per la sicurezza delle missioni in Iraq.
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