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Thursday, April 19, 2007

Si comincia con i boicottaggi, si finisce a ritoccare foto

Luglio 2006. Colonne di fumo si alzano dai quartieri di Beirut colpiti dall'aviazione israeliana: la maggior parte create al computerAdesso sappiamo cosa leggiamo e vediamo

Tra le nuove forme di antisemitismo che si aggirano per l'Europa, di cui parla il libro di Ottolenghi, rientra senz'altro l'appello lanciato dalla National Union of Journalists a boicottare le merci di Israele: «Chiediamo un boicottaggio delle merci israeliane sul modello di quello imposto al Sud Africa dell'apartheid», è il delirante paragone proposto dal sindacato dei giornalisti britannici.

Iniziative di questo genere, criticate dal Governo Blair, non sono nuove in Gran Bretagna. Un'organizzazione dei professori universitari aveva addirittura annunciato il boicottaggio degli scambi culturali con le università israeliane che non avessero condannato pubblicamente la politica del loro governo: l'autodafé, appunto. Trattamenti non riservati neanche alle peggiori dittature.

Il sindacato chiede al governo britannico e all'Onu di imporre sanzioni a Israele, di cui si condanna «il massacro di civili a Gaza» e «l'attacco selvaggio e premeditato contro il Libano a cui sono seguite altre incursioni dopo la sconfitta dell'esercito israeliano da parte di Hezbollah». Il caso ha però voluto che i giornalisti abbiano dovuto diffondere una nota anche per il loro collega Alan Johnston, sequestrato - indovinate un po'? - dai palestinesi a Gaza.

Il segretario generale della Nuj, Jeremy Dear, ha spiegato che «il boicottaggio di Israele non ha niente a che vedere con il modo di informare [!] e sarà utile anche nella vicenda di Alan Johnston, che lavorava a Gaza aiutando con le sue cronache la gente assediata». Rapito dai palestinesi, il miglior modo per aiutarlo è boicottare Israele...

Il direttore del Guardian, giornale non certo tenero con le politiche di Israele, ha criticato l'appello al boicottaggio: «misguided». Il Guardian «disapprova questo genere di boicottaggi e non ritiene che servano uno scopo utile», ha detto intervistato da Ha'aretz.

L'appello è «contrario» ad alcuni centrali principi di etica professionale del giornalismo che intendiamo tutelare, «come l'equilibrio e l'obiettività», ha osservato Simon McGregor-Wood, giornalista inglese di Abc e presidente dell'Associazione stampa estera in Israele: «Ritengo che nessuna associazione rappresentativa di giornalisti debba schierarsi».

Alla luce di iniziative del genere si spiega come mai cronache e immagini sul conflitto tra israeliani e palestinesi, o meglio tra israeliani e gruppi terroristici, tendano a non essere il massimo dell'obiettività.

E' questo dei boicottaggi contro Israele il genere di giornalismo che produce scandali come il Reuters Gate. Vi ricordate quella serie di foto diffuse dall'autorevole (?) agenzia di stampa che risultarono ritoccate al computer per rafforzare l'immagine di distruzione degli attacchi israeliani su Beirut?

9 comments:

Anonymous said...

Vabbe' che vergogna questo post, cioè ma quale anti-semitismo, ancora co sta storia. Con la scusa dell'antisemitismo questi impongono ai governi leggi razziste e fasciste contro chiunque osi criticare alcunché della politica criminale del governo di Tel Aviv. Vergogna, vergogna...!!!

Come al solito, le vittime che diventano carnefici. Ah salutami Fiamma Nierestein, questa 'mente' della combriccola ebrea... ah se la becco... lei e quel panzone contro-natura che dirige quel brogliaccio di psicolabili

www.faceonmars.splinder.com

liberaliperisraele said...

Grazie lo linko, fatti sentire di più :)

Anonymous said...

Qui non si tratta di legittime critiche, ma di vero e proprio doppiopesismo.
E come dice giustamente Emanuele Ottolenghi (ma anche Furio Colombo ieri sull'Unità), quando si tratta di applicare uno standard diverso ad Israele, standard di cui abbiamo purtroppo prove quotidiane, si tratta di razzismo.

Ad imporre leggi razziste e fasciste sono soltanto i regimi arabi ed islamici, anche quelli moderati come Egitto e Giordania, dove viene applicata ancora la Sha'aria.

Anonymous said...

Ah sì, allora caro esperimento fa un esperimento: prova ad andare da quei signori della Anti-Difamation league, e prova a dire, che ne so: gli ebrei hanno i capelli neri. Ti ritrovi come minimo con una denuncia di razzismo. Sono non solo dei patetici pupazzi, ma potenti come non mai e sono stati in grado di far approvare dai governi nazionali (vedi mastella) delle leggi liberticide... (ah signore mio, e dov'erano pannella e capezzone quando l'approvavano??). Leggi contro la libertà d'espressione che fanno impallidire quelle dei regimi pseudo islamici che citi. Almeno lì sono meno ipocriti.

www.faceonmars.splinder.com

Anonymous said...

sono solo teste di cazzo antisemite.

ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Oh là là, tzunami ci va duro, ha ingranato il turbo delle sue onde anomale...
ma vatte a affoga' citrullo
sei il classico decerebrato senza argomenti che liquida le discussioni con gli slogan fascisti a cui sei abituato
anti-semita, non sai nemmeno che cavolo significa anti-semita, pagliaccio.

Semiti sono i popoli che parlano il semita, cioè, oltre agli ebrei, anche gli arabi o comunque quelli che parlavano l'aramaico. se mi tacci di anti-semitisimo significa che mi accusi di essere anche contro gli arabi che, come non sai evidentemente, sono contro gli ebrei. Semmai io accetto l'aggetivo di anti-sionista, sì sono anti-sionista e me ne vanto.
Sionisti sono quelli che hanno lo scopo di creare una nazione ebraica e pur di arrivare a tanto stanno distruggendo un'intera porzione di mondo.
Sionismo deriva dal monte Sion, primitivo centro della città di Gerusalemme.

vai a scuola somaro!

adriano
www.faceonmars.splinder.com

Anonymous said...

Ah. Ora un po' di fumo annerito diventa un modo per " rafforzare l'immagine di distruzione degli attacchi israeliani su Beirut?"
No, secondo me, quel fumo annerito in più fa pensare che invece di qualche migliaio i morti libanesi siano stati qualche milione.
Una grave alterazione, davvero.

Anonymous said...

Adriano, forse confondi l'IADL (islamic antidefamation league, non hanno nemmeno la fantasia di chiamarla in qualche altro modo) con l'ADL.
Quanto alle critiche a me sembra di leggerne a bizzeffe tutti i giorni, anche sui giornali israeliani, ma quando sono legittime e non razziste vengono accolte benissimo.

Jim, (non so se hai visto) ti ho linkato: http://esperimento.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1452339

Anonymous said...

Intanto beccatevi questo.

L’Europol ha reso pubblico il suo primo rapporto sul terrorismo in Europa, il «Terrorism Situation and Trend Report» (TE-SAT 2007 ).
Nel 2006, in tutti i Paesi europei, gli atti o attentati di tipo terroristico sono stati 486. (1)
Attentati islamici?
No.
Il gruppo terroristico più attivo è stata l’ETA basca, con 136 attentati; i baschi sono anche colpevoli dei soli attentati omicidi, due uccisi a Madrid.
Segue per virulenza il terrorismo separatista-mafioso corso.
Ciò spiega perché oltre metà degli attentati (294) sono avvenuti in Francia e oltre un terzo (145) in Spagna.
Sempre nella categoria del terrorismo separatista ed etnico (ma non islamico) si sono avuti fermi e arresti in relazione ad attività del PKK, il partito comunista kurdo.
Altri 55 attentati in Europa sono stati messi a segno - no, non dai musulmani, abbiate pazienza - da gruppi di estrema sinistra o con etichetta anarchica, soprattutto in Grecia con 25 attentati, Germania con 13 e Italia (dov’è indicato fra i gruppi più attivi la Federazione Anarchica Informale, FAI) con 11.
Pochi danni e nessuna vittima, in ogni caso.
Quanto agli attentati con matrice di estrema destra, il tremendo terrorismo nero, ha fatto registrare un solo attacco, in Polonia.

Ora veniamo agli islamici.
Citazione del rapporto: «Non c’è stato alcun attentato islamista portato a termine nel 2006, anche se in Germania ha avuto luogo un attacco fallito, che mirava a un massacro».
Si tratta del caso dei due studenti libanesi che hanno piazzato due valige-bomba su due treni alla stazione di Colonia il 31 luglio 2006.
I due arrestati sono stati motivati, viene detto, «dalla pubblicazione delle vignette danesi contro Maometto».
Il rapporto segnala, su indicazione delle autorità britanniche, anche «gli arresti avvenuti in Gran Bretagna in relazione a un presunto preparativo di attentato suicida nell’agosto 2006».
Qui, si tratta del molto reclamizzato progetto in cui passeggeri islamici di cittadinanza inglese avrebbero dovuto portare a bordo di aerei di linea le componenti di esplosivo, mescolarle chimicamente nella toilette e farsi saltare con gli apparecchi e i passeggeri.
Il rapporto aggiunge tuttavia che la Gran Bretagna «non è stata in grado di fornire dati completi per ragioni legali».
Per esempio, nessun particolare sui sospetti arrestati è stato comunicato [ad Europol] perché la Gran Bretagna non fornisce statistiche sui «detenuti in attesa di giudizio».
Un attentato islamico parimenti sventato (sette arrestati che cercavano di procurarsi materiali per sintetizzare nitrato d’ammonio) è registrato in Danimarca: lo stato dov’è avvenuta la provocazione delle vignette anti-islamiche.
In breve, nessun grande giornale ha parlato del rapporto Europol, benchè almeno metà del testo sia occupato dall’esame del «terrorismo islamico».
Ciò perché di fatto, il terrorismo islamico non ha eseguito con successo alcun attentato.
Si provi solo a pensare se 136 attentati, di cui uno omicida, fossero stati messi a segno da islamisti anziché dall’ETA, basca e forse persino cattolica, il solo movimento omicida europeo.
Gli attentati dei corsi, alcuni dei quali sanguinosi, non hanno suscitato un allarme sociale generale; come in Italia non ne suscitano gli ammazzamenti quotidiani della camorra napoletana.
Ma se non s’è verificato alcun attentato islamico, oltre la metà dei 706 arrestati per tutti gli atti terroristici in tutta Europa sono musulmani.

fonte
www.effedieffe.com

saluti e baci a Dick Cheney