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Monday, April 02, 2007

Giù le mani dai telefoni

Si è avuta notizia, ieri sera, di due offerte dall'estero per Telecom Italia. Esattamente per un terzo delle azioni della holding, la Olimpia, che controlla la società telefonica. Le offerte, giunte dalla società americana AT&T e dalla messicana American Movil, sono state valutate «favorevolmente» da un Cda straordinario di Pirelli, che ha dato mandato al presidente di procedere nelle negoziazioni.

Una riunione di cui l'Esecutivo lamenta di essere stato informato soltanto nel pomeriggio di ieri. E allora? Non è Telecom un'impresa privata? Minacciosa la reazione del Governo, di cui sono noti i disegni (ricordate il "dossier Rovati"?) per mettere le mani su Telecom per interposta persona della Cassa Depositi e Prestiti o dei banchieri "amici" del presidente del Consiglio. «Grandissima preoccupazione» ha espresso il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni. «Il governo seguirà con grande attenzione l'evolversi della situazione», dichiara sibillina una nota. Già, probabilmente per sabotarla, quella situazione.

Dietro i proclamati propositi di tutelare l'"italianità" di banche e compagnie giudicate "strategiche" per la nostra economia e per gli interessi del paese, soprattutto quelle che gestiscono reti - energia e telecomunicazioni - si nasconde in realtà la lunga mano di un governo ispirato dal becero statalismo prodiano stile Iri. Sarebbe un danno per Prodi non riuscire, tramite la sua nuova Iri o favorendo il polo bancario "amico", ad assicurarsi il controllo di Telecom, ma addirittura una beffa vedere passare la compagnia in mani americane. Sarebbe la fine della ricreazione anche per i Sindacati.

Sarebbero questi oggi a Palazzo Chigi i «buoni a nulla»? I radicali hanno il difetto, nei momenti in cui ci sono poche idee e non si è particolarmente lucidi, di rimanere ingabbiati per mesi negli slogan felici di Pannella. Un esempio emblematico di queste settimane è la felice espressione escogitata da Pannella del «capace di tutto» (Berlusconi) e dei «buoni a nulla» (L'Unione), per giustificare l'alternanza di questi ultimi al primo alla guida del paese. Un'espressione che fotografava un momento, l'ultima fase del Governo Berlusconi e la campagna elettorale, ma che utilizzare ancora oggi, che al Governo c'è Prodi, non ha più senso. Sia perché rischia di dover essere capovolta, come purtroppo sembrano suggerire le cronache e i retrocena politici, sia perché ormai con troppa disinvoltura viene utilizzata come passepartout in casa radicale per dire tutto e il contrario di tutto e in particolare come alibi da opporre a ogni critica di inadeguatezza del proprio stare al governo.

7 comments:

Anonymous said...

Credo che un piccolo protezionismo faccia bene perchè troppe volte si vende all'estero solo per coprire un debito senza pensare che il danno è peggiore.

JimMomo said...

Che tenerezza...

Anonymous said...

bè è giusto... vendiamo un altra azienda strategica per l'economia del paese. Possibilmente a quattro soldi, possibilmente agli americani.
Così l'economia del nostro paese la faranno loro. e anche a buon mercato. Un bene? solo perchè si è lasciato fare (da truffaldini) ai nostri (idem truffaldini) imprenditori?

Anonymous said...

ma di che ci meravigliamo?
non ci sono sondaggi autorevoli che ci dimostrano come i termini concorrenza, merito, mercato e libertà siano assai poco considerati a sinistra?
e quindi se mettiamo assieme libertà e mercato il rospo diventa proprio indigesto.
E tanto per gradire non si dimentichino gli statalisti burocratici e ministeriali che si annidano in gran copia a destra, in An per esempio, memori del fatto che l'IRI di Prodi ha radici assai familiari alla loro storia.
E così, mentre Londra è la mitica capitale dei nostri sogni e delle nostre illusioni, il liberale liberalizzatore di parrucchieri Bersani, cui Emma si dice assai vicina, è preoccupato della piega che vanno prendendo le cose.
Ma si sa, in casa radicale, casa di veri liberali a tutto tondo, non si può fiatare fino a nuovo ordine... direi, piuttosto, fino al giorno dell'accredito dei rimborsi elettorali...

vedrete che massacro alla prossima tornata elettorale!!!

patrizio2310 said...

Fottuti politici e sindacalisti,cosa pretendete che Telecom Italia ridiventi un Carrozzone clientelare per poterci imboscare i Vostri prediletti nulla facenti senza titolo?

Anonymous said...

uhmm...si venderebbe a 2,92 per azione...molto vicino a quel 3 che pirelli ritiene congruo...

le perplessità, comunque, dal piano rovati di ieri agli americano-messicani di oggi...non riguardano la circostanza che la telefonia italiana possa passare in mano altrui...straniere sono già altre aziende del settore...wind, 3 e fastweb...lo scandalo vero è che ogni volta che al governo c'è ppprodi...le aziende italiane si dissolvono...si smaterializzano...si autodistruggono...nella migliore delle ipotesi, si svendono...perdono di valore e così...c'è sempre qualche bravo opportunista...anche all'estero...pronto ad acquistarle.

ma il problema...non è certo rappresentato da questo gioco perverso di operazioni finanziarie e/o compravendita...il problema vero è l'inquietante figura di ppprodi - appunto - e di tutte quelle persone che compongono il governo donascimiento...già ex dirigenti della goldman sachs, ad sempio...innanzi tutto a cominciare dal - ahinoi - primo ministro...per finire in pompa magna, nelle braccia di chi gestisce la banca d'italia.

tacos de queso & cocacola...



ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

quando la Fiat ha comperato la Alfa Romeo, aveva una offerta di 1/3 di General Motors. All'epoca la stessa ipocrisia di oggi e le cazzate sulla italianità, ed è stata venduta alla Fiat.
Che ha pagato il 20% del promesso. Poi nulla.
Poi ha scaricato su di noi la cassa integrazione.
Ben vengano gli stranieri, Tronchetti le azioni mica gliele regala. Quello che vuole Mortadella è che le svenda ai suoi di amici, e se vi riguardate Alfa Romeo, vedrete il tentativo di ripetere uno scippo.
Alle nostre tasche, perchè poi quando mettono in cassa integrazione gli impiegati Telecom, li paghiamo noi.