Dal «liberalismo anglosassone», suggerisce Maurizio Ferrera, tre spunti per il dibattito italiano sui temi della famiglia, da cui spesso «manca una voce: quella liberale».
«Pur avendo a cuore (ovviamente) sia la procreazione biologica che la riproduzione sociale, il liberalismo non propone gerarchie fra modelli. Apprezza e sostiene le unioni eterosessuali con figli, ma è aperto alla diversità, alla sperimentazione, alla reversibilità delle scelte e per questo tutela non solo le opzioni di entrata, ma anche quelle di uscita. Separazioni, divorzi, coppie di fatto non sono di per se stessi sintomi di "crisi", ma solo di trasformazione della società... Il riconoscimento pubblico è una questione di diritti, ma prima ancora di "rispetto": il rispetto di sé e il rispetto che ciascuno deve all'identità e ai progetti di vita degli altri».
«La famiglia svolge importanti funzioni anche in una società liberale. Ma troppa famiglia rischia di soffocare l'iniziativa personale, compresa quella volta a formare unioni diverse da quella di origine».
«Ciò che più conta è la "vita libera", condizione necessaria per formulare qualsiasi progetto di buona vita».
1 comment:
il liberale non si fa mai illusioni, perciò non ha modelli preconfezionati da proporre a chicchessia. neppure a se stesso.
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