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Tuesday, May 29, 2007

Voleva "unire" il Paese... oggi è sempre più spaccato

Romano Prodi durante il duello tv contro BerlusconiL'esito di queste elezioni amministrative è sotto gli occhi di tutti: la CdL ha stravinto al Nord. Là dove il centrosinistra tiene, a Genova, tiene di stretta misura. Là dove vince il centrodestra, dilaga con punte del 60-70%. Più articolato il risultato a Sud. Mentre al Nord è innegabile il valore politico del voto, di radicata e diffusa sfiducia nei confronti del governo, al Centro-Sud l'operato del governo è rimasto sullo sfondo, il voto è stato maggiormente caratterizzato dai profili dei candidati e influenzato dalle dinamiche locali, come ci si aspetta che avvenga in elezioni amministrative.

Non ci vuole certo una laurea per trarne alcune riflessioni. La parte più dinamica, moderna, innovativa del paese, dove viene prodotta la gran parte della ricchezza nazionale, boccia la politica economica del Governo Prodi, fatta di repressione fiscale e burocratica, di manovre punitive nei confronti dei ceti produttivi, di aumento della spesa pubblica, quindi degli sprechi e dei privilegi della "casta" politica e delle sue clientele.

La reazione del Nord segna un punto a favore dell'analisi produttori vs. burocrazie e corporazioni. Il paese è sempre più diviso in due diverse realtà socio-economiche. Al Nord sono concentrati in gran parte i produttori - imprenditori e lavoratori - non privilegiati, che mal sopportano il peso ingombrante dello Stato, l'arroganza e le angherie della partitocrazia. Al Centro-Sud, le grandi burocrazie parassitarie, le corporazioni, gli assistiti, le clientele della politica. Come ogni lettura soffre del difetto della generalizzazione, ma la tendenza sembra piuttosto evidente e a intercettare i loro umori gli elettori trovano Forza Italia e Lega Nord, che quanto a risposte liberali lasciano a desiderare. Ma è questo, al momento, che passa il convento.

4 comments:

nicknamemadero said...

Ho idea che se si fosse votato oggi anche al centro, il risultato sarebbe stato analogo a quello del Nord. Insomma, piantiamola di dividere l'Italia su questo: gli italiani tutti, a mio parere, vogliono che Prodi vada a casa.

Anonymous said...

"La casta politica" se la sono inventata adesso, e solo adesso, (prima era un lurido privilegio dei qualunquisti del Giornale o di Libero o della Padania) i furbetti del quartierino della "casta dei poteri forti" per smarcarsi dai loro - e solo loro - rappresentanti in parlamento. E' tutta colpa di questi ultimi, non dei loro sponsor dei grandi giornali. Troppo facile, buttare tutto in vacca alla politica e nascondere le proprie responsabilità, nel tentatico manipulitesco di costruire un governicchio di emergenza eterodiretto da lorsignori, i Migliori, gli Intelligenti, la Razza Superiore della Nuova Borghesia Italica: ma ci facciano il piacere, ipocriti! Mandiamo a casa Prodi, ma anche Montezemolo, e Mieli, se non vogliamo farci prendere in giro.

La Sfinge di Bumbury said...

Scusa Federico, premesso che è evidente il concetto, forse a questa frase "Mentre al Nord è innegabile il valore politico del voto, di radicata e diffusa sfiducia nei confronti del governo"... visto che usi il termine "radicata", per evitare confusioni e fraintedimenti, a mio parere andrebbe aggiunto "[Governo]di centrosinistra".
A meno che mi sbaglio, ma non credo, e volevi davvero dire che al nord c'è una radicata sfiducia al "Governo".
Da brianzolo sono piuttosto coinvolto.
Ciao.

Anonymous said...

La situazione mi ricorda sempre più da vicino quella della ex Yugoslavia dove tutta la burocrazia statale, la polizia, l'esercito ecc. erano in mano ai serbi. Al nord gli sloveni ed i croati non ne potevano più. Sappiamo come è andata a finire; e non facciamo come De Michelis che all'epoca diceva "nessuno si illuda di dividere con la forza un paese". L'Italia è pacifica, ma non ci farei troppo conto.