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Tuesday, August 28, 2007

Quanto ci costa il posto fisso?

La rigidità del mercato del lavoro incide negativamente, e in modo cospicuo, sulle retribuzioni italiane, inferiori a quelle dei maggiori Paesi europei. E' la tassa sul posto fisso, che pagano tutti indistintamente, anche chi il posto fisso non ce l'ha e non ce l'avrà mai. Star certi che non si verrà licenziati anche se improduttivi ha un costo che pesa anche sui lavoratori più meritevoli e produttivi. Lo ripetiamo ogni volta che ci capita e oggi a farlo, sul Corriere della Sera, è Pietro Ichino.

Incentivi sulla produttività, a livello individuale, collettivo o aziendale? Può essere utile, ma il punto è un altro.
Un contratto di lavoro dipendente funziona sempre, in qualche misura, come una polizza assicurativa, ponendo a carico dell'azienda il rischio che le cose vadano male; più è alta la «copertura», più è bassa la retribuzione, perché i lavoratori pagano all'impresa un «premio» implicito proporzionale alla copertura.
L'entità non trascurabile del «premio assicurativo» pagato dai lavoratori italiani è stimata in uno studio recente della Banca d'Italia curato da Piero Cipollone e Anita Guelfi.

Il problema è che mutare la struttura della retribuzione implica un modello di sindacato diverso da quello predominante da decenni in Italia. Il nostro modello tradizionale è quello di un sindacato che privilegia la sicurezza e l'uniformità del trattamento dei lavoratori sul piano nazionale, riducendo al minimo la parte della retribuzione suscettibile di variare in relazione al risultato: un sindacato interessato essenzialmente a garantire ai lavoratori dei «diritti», cioè dei trattamenti sui quali la performance individuale e collettiva non ha alcuna influenza. Il modello opposto è quello del sindacato che attribuisce maggiore spazio alla remunerazione dell'impegno individuale e alla «scommessa comune» tra lavoratori e imprenditore sull'innovazione: disposto quindi ad ampliare notevolmente la parte della retribuzione che varia in relazione ai risultati... il primo è il sindacato che preferisce un contratto-polizza assicurativa ad alta copertura, dove la maggior sicurezza è pagata dai lavoratori con un minor livello di reddito; il secondo è il sindacato che si propone di guidare i lavoratori in una scommessa redditizia sulle capacità proprie e del management, anche al costo di una minor sicurezza e uniformità di trattamenti.
Voi a quale modello vi affidereste?

4 comments:

Anonymous said...

A mia moglie, dipendente pubblica, sono mesi che il sindacato, uno in particolare, sta facendo una corte serrata prospettando sistemazioni migliori e più adeguate.
Il che significa che se non si iscriverà sarà fottuta alla stragrande indipendentemente dal rendimento e dalla capacità professionale...

e vai!!!
Viva l'innovazione del PD!!!!

Anonymous said...

A proposito...

ma D'Alema che fine ha fatto?

;-DDDDDDDDDDDDDDDDD

Cazzarola! E' il Min.degli Esteri!!!!

Sarà ad Hammamet?

;-DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

Anonymous said...

Parliamo seriamente. Io si intende...

Il prezzo più alto, ma davvero altissimo, che ogni dipendente a posto fisso paga in prima persona, senza rendersene conto (forse), è in termini di libertà personale, individuale.

Mi spiego: un posto fisso, inamovibile, è paradossalmente un finto privilegio, una falsa comodità, perchè è un posto che non si basa sul merito, sulla capacità, sulla professionalità, insomma sulla bravura del singolo individuo.
E dove non c'è cultura del merito, ovviamente non può esistere la cultura della responsabilità, non avrebbe senso rendere qualcuno responsabile di qualcosa se di questo qualcosa non esiste il merito o il demerito di averla compiuta.
E, come a pochissimi è noto, quando non c'è responsabilità non c'è neppure libertà.
Togli ad un popolo, ad un lavoratore, ad un figlio, ad un amico, ad un compagno la responsabilità delle sue scelte e del suo operato e gli avrai tolto subdolamente la libertà.
L'assistenzialismo tout court, la deresponsabilizzazione del dipendente, la comodità (falsa)dell'attribuzione "altrove" di qualsiasi tipo di necessaria, doverosa, possibile risposta, toglie non solo la libertà, ma assai più gravemente spegne qualsiasi aspirazione alla libertà.
Ma questa cultura fa comodo a tanti, a moltissimi.
Dalla Chiesa temporale, intermediaria unica ed ufficiale col mistero, sempre pronta a farti confessare ed a perdonarti in cambio delle palle, a qualsiasi statalista di qualsiasi colorazione, chierico intermediario della comodità del "ci pensa lui" in cambio di tutto ciò che gli porta il tuo votarello di cliente-assistito.
E che in questo Paese, per decisione bipartisan, non si abbia più neppure la possibilità di esprimere un voto di preferenza elettorale la dice lunga, ma molto lunga sul grado di progressiva perdita di libertà e di responsabilità che lo pervade in ogni suo aspetto.
Che colpa ne ho io se votando il cdx mi ritrovo un Parlamento infarcito di clericali senza Fede che mi approntano la Legge40?
Che colpa ne ho io se votando il csx mi ritrovo un Parlamento infarcito di clericali senza Fede che non mi cancellano la legge40?

Concludo con un consiglio non richiesto.
Le chiacchiere modernizzatrici di Veltroni non sono altro che belle parole.
Due anni fa, proprio il sottoscritto restò affascinato dalle belle parole di Fassino sull'innovazione e bla, bla, bla,...
Per non dire delle megacavolate di Pannella sui Socialisti(SDI)sinonimi dei Liberali(RI) e di Capezzone, su un altro piano, ancora più deludente...

Ebbene, stavolta, le più sorprendenti e mirabolanti veltronate non attaccheranno e consiglio tutti di non farsi abbindolare.
Tranne in un caso: che aderire al veltronismo del Corriere e del Salotto Buono serva per sistemare se stessi, la famiglia e le generazioni a venire.
Vivendo in questo nobile Paese, su questo passo, così motivato, potrei chiudere anche tutti e due gli occhi...
per sempre.

Ciao

Anonymous said...

Rispondo ad una tua richiesta.
Anni fa mi piacque occuparmi di L ed R, molto vicine tra loro, ...finchè mi piacque.
Ero la faccia oscura della Luna.
A distanza di qualche anno L ed R per me rappresentano solo le iniziali di Libertà e Responsabilità.
Un programma valoriale e pragmatico senza necessità di aggettivazioni ulteriori.
Bastano così, per chi capisce, e significano tutto.
Nella connotazione individuale ed in quella sociale di entrambe.
Guai, invece, ad avvicinare la Libertà alla Giustizia sociale (che è una bellissima frescaccia come l'Uguaglianza).
La Responsabilità, individuale e sociale, è un concetto assai più ricco e fecondo, e soprattutto più conveniente, perchè porta con sè il bene più prezioso: la LIBERTA'.
Ti basti, per favore.
Ciao