Giallo inquietante nel Caucaso. Un caccia si è "perso" un missile, non esploso, nei pressi di una città georgiana a 65 chilometri a ovest della capitale, Tbilisi. I georgiani gridano all'aggressione russa. «Un caccia partito dalla Russia ha sganciato un missile terra-aria sul territorio georgiano», ha riferito alla Reuters il ministro dell'Interno Vano Merabishvili. «I dati dei radar georgiani dimostrano che i caccia sono partiti dalla Russia mantenendo una direzione costante. Si tratta di due SU-24 armati con missili di precisione. E poi sono tornati nella direzione dalla quale erano arrivati... Definisco questo episodio come un atto di aggressione eseguito da aerei provenienti da un altro stato», ha aggiunto il ministro.
Il Cremlino ha negato che siano state condotte missioni nello spazio aereo georgiano. Convocato per una formale protesta l'ambasciatore russo in Georgia, che ha nuovamente negato qualsiasi implicazione russa. Un generale russo comandante di una missione di peacekeeping in Ossezia del Sud ha invece affermato che il missile è stato sganciato da aerei che si erano levati in volo dal territorio georgiano dopo un attacco da parte di milizie separatiste filo-russe.
Nel pomeriggio il presidente georgiano, Mikhail Saakhashvili, ha definito l'evento una «provocazione» da parte di Mosca. Lo spazio aereo della repubblica caucasica sarebbe stato violato da due caccia russi uno dei quali avrebbe lanciato un missile rimasto inesploso. «Obiettivo di questa azione è quello di provocare il panico, incrinare la pace nel Paese e influenzarne il percoso politico. La nostra risposta sarà calma e a una sola voce», ha assicurato il presidente.
«E' un test per la Georgia e la comunità internazionale per verificare quanto forte sarebbe la nostra reazione prima di pianificare atti seri per sabotare il processo di pace [in Ossezia del Sud]. La nostra risposta dev'essere molto ferma», ha affermato il viceministro degli Esteri, Nika Vashakidze.
Se il governo georgiano possiede davvero prove così schiaccianti, un missile e i dati radar, dovrebbe presentarle pubblicamente alle Nazioni Unite. Ma al di là dell'incidente diplomatico tra i due paesi, da tempo ai ferri corti per l'insofferenza di Mosca per la politica filo-occidentale della Georgia, se davvero venisse confermato che si è trattato di un aereo russo non bisognerebbe escludere uno scenario tra i più temuti del dopo Urss, che cioè il Cremlino non abbia il totale controllo delle sue forze armate, sospetto sorto in più di un'occasione nella guerra cecena.
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