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Wednesday, August 01, 2007

Radicali alla deriva

Dunque, gli ascoltatori di Radio Radicale sarebbero «parassiti», perché non si iscrivono ai soggetti radicali (parole di Emma Bonino, al Comitato di Radicali italiani, sabato 28 luglio). Il Partito democratico però non sarebbe democratico perché i promotori si permettono di impedire al leader storico dei radicali, cioè di un altro partito, di candidarsi alla segreteria del loro, avanzando un'incredibile pretesa: che Pannella annunci lo scioglimento del suo partito.

Se è vero che la cultura liberale è quasi del tutto assente dal Dna del Partito democratico, che nasce come compromessimo storico tra ex-Dc ed ex-Pci, e che le personalità liberali che ne fanno parte sono pochissime e marginalizzate (Nicola Rossi e Debenedetti, per esempio), tutt'altra storia è sostenere che il rifiuto alla candidatura di Pannella equivalga a «sbattere la porta in faccia a chi è di cultura liberale», come sembrava far intendere Carrubba sul Sole 24 Ore.

Non è certo quel rifiuto a dimostrare che il Pd sbatte la porta in faccia a chi è di cultura liberale. Basta chiedersi: cosa farebbe Pannella se la sua candidatura venisse accolta ma poi perdesse (cosa molto probabile) le primarie del Pd? Ovvio, continuerebbe tranquillamente ad essere il leader dei radicali. Ed è questo il motivo per cui quelli del Pd non hanno abboccato all'ultima esca pannelliana.

Ovvio che Pannella stia incontrando la solidarietà di tutti coloro che in qualche modo hanno interesse a criticare il Pd, o perché avversari, o perché insoddisfatti di come sta nascendo. Ma dal momento che i due partiti che hanno dato vita al processo costituente del Pd hanno celebrato sofferti congressi arrivando a decidere il loro scioglimento alla nascita del nuovo partito, è ragionevole che chiedano un analogo percorso alle forze politiche che intendessero unirsi al progetto oggi.

A causa di Pannella, che non sa più cosa inventarsi per passare il tempo senza fare (e rendere) i conti con il fallimentare bilancio del governo di cui fa parte in modo irrilevante, mi tocca dare ragione a Gianni Cuperlo. La cosa peggiore, e più triste, è che dietro le mosse, i salti di palo in frasca di Pannella, non c'è alcuna strategia, alcun disegno. Naviga a vista, di virata in virata, sperando di imbroccare il vento buono.

Se impediranno davvero a Pannella di candidarsi, cosa escogiterà di nuovo come diversivo per tenere occupati i "militonti", in modo che passi inosservato lo stallo strategico? Ma l'immobilismo comporta dei costi: giorno dopo giorno "la storia" non basta più, la proposta politica dei radicali sta sbiadendo sempre più in un generico politichese, riducendosi a scatti d'orgoglio identitari. Dai temi economici alla giustizia, non sembrano più in grado di tracciare una linea e mantenerla ferma.

3 comments:

Maurizio said...

Siamo sicuri che le mosse attuali di Pannella siano senza senso? A me non sembra. Ora i radicali hanno un pretesto per uscire dall'Unione. Questo potrebbe essere lo scopo della mossa di Pannella.

(Questo non toglie che, probabilmente, non dovevamo neppure entrarci, nell'unione, ma è un altro discorso).

JimMomo said...

Rigiro la tua domanda: sei davvero sicuro? Non credo proprio che ci avviciniamo a quel tipo di svolta. Vedo i radicali sempre più infossati nel centrosinistra. Pannella cerca disperatamente di trovare spazi di manovra, con poco successo, ma credo non pensi minimamente a uscire dall'Unione.

ciao

Maurizio said...

No, non ne sono sicuro. :)

Ho trovato azzeccata questa dichiarazione di Della Vedova.