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Thursday, August 09, 2007

C'è anche chi ha le carte in regola

Ha ragione Enzo Bettiza quando smaschera il riflesso un po' sospetto di molti dei critici, oggi, della Cina.

«... sarà bene ricordare gli osanna che quarant'anni orsono, ai tempi del libretto rosso e del maoismo ruggente, si levavano dagli stessi ambienti progressisti che oggi denigrano la Cina solo perché non è più la Cina povera e terrorizzata delle "formiche blu" di allora. La Cina dei grandi balzi nella morte, quella che imitava in termini esponenziali asiatici le collettivizzazioni sovietiche, che falcidiava nelle carestie programmate decine di milioni di contadini espropriati, che incitava le guardie rosse imberbi a calpestare Confucio e trascinare nel fango i maestri anziani, non mi pare avesse mai suscitato in Europa lo stesso furor critico che invece attualmente suscitano Pechino e Shanghai inquinate dal capitalismo e dallo smog».

E i quattro giornalisti di Reporters sans frontières che si sono esibiti nei giorni scorsi, forse, «in altri tempi, chissà, avrebbero magari inneggiato alla democrazia totale della rivoluzione maoista».

Tuttavia, ci sono quei pochi liberali che hanno la credibilità e tutte le carte in regola per lottare ancora per la democrazia e i diritti umani in Cina, nonostante... anzi, forse proprio perché i progressi sul fronte economico non manchino di produrre anche quelli sul fronte politico. Se la Cina non è certo più lo «squallore uniforme e orwelliano» dei decenni passati, è anche vero che Piazza Tienanmen è ancora troppo vicina e che proprio di fronte al boom di oggi vale ancora di più la pena di criticare e spingere con maggiore determinazione.

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