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Sunday, August 26, 2007

Sarkozy e Monti, i duellanti si stimano

Hanno duellato quando il primo era ministro dell'Economia a Parigi e l'altro commissario Ue alla Concorrenza. Poco tempo fa sul Corriere Mario Monti aveva saputo individuare pregi e difetti di Sarkozy, apprezzandone il pragmatismo di stampo liberale, ma impartendo al colbertista presidente francese una lezione in libero mercato, in laissez-faire. Per tutta risposta, Sarkozy lo ha chiamato a far parte della Commissione dell'ex mitterandiano Attali «per la liberazione della crescita francese». Già il nome, nota Monti, «dà l'idea di un Prometeo da svincolare».

In Sarkozy, osserva il presidente della Bocconi, c'è «la voglia di confrontarsi sulla cultura economica e sulla crescita». E' un presidente che si permette di chiedere aiuto a colui che presentò come l'avversario di Bruxelles, «in uno spirito di apertura europea». Qualcosa che manca in Italia, dove né la persona di Monti viene valorizzata né i suoi suggerimenti ascoltati.

Con la sua "rupture" Sarkozy continua a sorprendere, circondandosi di mitterandiani, del radicale Kouchner, cui ha affidato gli Affari Esteri (non il Commercio con l'estero), e coinvolgendo il campione di calcio di colore Patrik Vieira per un programma educativo.

E se in Europa Sarkozy è il difensore dei campioni nazionali, avversario della concorrenza totale, è anche però tra i pochi a criticare la Bce, che con i continui aumenti del costo del denaro è troppo attenta a contenere l'inflazione e poco a favorire la crescita: bisogna ridurre i tassi di interesse, anziché aumentarli come vorrebbero i banchieri centrali, per non limitare l'accesso ai prestiti a famiglie e piccole e medie imprese.

Sul fronte interno forte impulso riformatore: soprattutto la riforma fiscale e il pacchetto legislativo su lavoro, occupazione e potere d'acquisto. Portate dal 20 al 40% le detrazioni sugli interessi dei mutui ipotecari nel primo anno, defiscalizzati gli straordinari e aboliti patrimoniale e diritti di successione.

Il presidente francese ha voluto nella sua commissione sia Monti sia l'ex ministro Franco Bassanini, autore della riforma della pubblica amministrazione. La commissione Attali dovrà studiare delle soluzioni «pragmatiche» per «liberare» la crescita economica. Sette gli esperti stranieri. Oltre ai due italiani, anche la spagnola Ana Palacio, ex ministro degli esteri nel governo Aznar, Pehr Gyllenhamar, ex presidente di Volvo, Peter Brabeck, presidente di Nestlé, economisti come Philippe Aghion (Harvard) e Jean Philippe Cotis, editorialisti come Yves de Kerdrel (Le Figaro) ed Eric Le Boucher (Le Monde).

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