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Wednesday, March 10, 2010

Giallo sulle due versioni e Pd nella trappola Di Pietro

La versione ricostruita dal Tar del Lazio nell'ordinanza in cui respinge la richiesta di sospensiva avanzata dal Pdl contro la sua esclusione, di cui riporto questo passaggio (fonte: Ansa)...
«... al momento della scadenza delle ore 12, e della conseguente delimitazione dell'area di attesa, erano presenti per consegnare la documentazione prescritta solo quattro delegati di lista, tra i quali non figurava alcun delegato di parte ricorrente, e che solo dopo più di mezz'ora un delegato di parte ricorrente cercava di accedere alla predetta area, al fine di poter consegnare la lista e solo dopo le ore 12:30 veniva individuato all'interno dell'area di attesa un plico incustodito...»
... e la versione del Pdl, secondo la ricostruzione minuto per minuto degli eventi resa da Berlusconi in persona nella conferenza stampa di stamattina. Sull'inapplicabilità, secondo il Tar, del decreto interpretativo del governo mi sono già soffermato (mi pare quanto meno dubbia). Non sapremo probabilmente mai cosa è davvero successo negli uffici del tribunale di Roma intorno alle 12 di quel maledetto sabato, mentre è certo che non poteva essere impedito ai delegati del Pdl di presentare la loro lista anche con quaranta minuti di ritardo, pur verbalizzando l'avvenuta consegna oltre i termini della documentazione. Ciò ha impedito al Pdl di fare ricorso contro l'eventuale esclusione per presentazione oltre i termini. In quel caso, avrebbero dovuto giustificare il loro ritardo, mentre adesso devono dimostrare lo scatolone che avevano con sé conteneva tutta la documentazione necessaria. Il che rende la questione molto complicata.

Un passaggio interessante della ricostruzione di Berlusconi è il seguente (fonte: il Velino):
«Ore 14,15: convinto dell'arbitrarietà dell'intimazione Abrignani insisteste vigorosamente, ma viene chiamato dal Prefetto di Roma che lo invita a desistere da ogni azione di forza tesa ad ottenere comunque l'ingresso in cancelleria. Il prefetto asserisce di aver avuto dal presidente dell'ufficio centrale circoscrizionale dottor Durante precisa assicurazione che tutto sarebbe stato sanato a seguito di un ricorso, che consigliava di presentare tempestivamente allo stesso ufficio».
Alla luce dell'ordinanza del Tar, e delle ultime sentenze del Consiglio di Stato (in cui si parla in effetti di presenza nell'edificio e non nella fila, né di strisce), qualcosa mi dice che c'è ancora possibilità che il Consiglio di Stato riammetta la lista del Pdl per la provincia di Roma... Nel frattempo, Berlusconi ha fatto benissimo - era ora - a mettere in secondo piano i ricorsi e a tornare alla politica, alla campagna elettorale, confermando per il 20 marzo una manifestazione nazionale «non di protesta ma di proposta». Non dovrebbe quindi riguardare il diritto di voto, se non marginalmente, ma un patto dei 13 candidati governatori con i cittadini.

E' una «trappola» invece, come osserva Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, quella in cui si è infilato il Pd con la manifestazione di sabato. Il Pd avrebbe potuto approfittare dell'autogol del Pdl e dire «accertato che i nostri avversari sono dei pasticcioni, noi che abbiamo a cuore la sorte della democrazia e che non possiamo accettare che una competizione democratica venga svuotata di significato per assenza del nostro principale antagonista, sosterremo le scelte che farà il presidente della Repubblica per sanare questa anomala situazione». Invece, essendo un partito che si fa dettare l'agenda politica dai «giornali di riferimento» e da Antonio Di Pietro, sabato assisteremo al «pasticcio politico» del Pd, «summa e specchio di tutte le sue debolezze».

Il rischio che dalla manifestazione di sabato si levi una contestazione anche nei confronti del capo dello Stato, per la firma al decreto interpretativo del governo sul caos liste, e persino nei confronti del Pd, non è affatto scongiurato. Anzi, a sentire Antonio Di Pietro («parlerò eccome, ci mancherebbe» e «ribadirò che l'arbitro ha sbagliato»), c'è da aspettarselo. La reazione del Pd «ha già consentito al centrodestra, responsabile del pasticcio, di fare la vittima e di ergersi a difensore del presidente della Repubblica». E sabato concederà a Di Pietro una vetrina da «leader morale dell'opposizione».

5 comments:

. said...

"Il rischio che dalla manifestazione di sabato si levi una contestazione anche nei confronti del capo dello Stato"

Rischio? Direi che c'e' da sperarlo: piu' sara' violenta e piu' voti prenderemo ...

Fabrizio said...

Bersani non solo ha perso una grande occasione per dare una lezione di stile, serietà e capacità politica, ma ora rischia seriamente di passare come quello che vuole vincere facile puntando tutto sull'esclusione dell'avversario. Cosa che se può andare bene per una competizione sportiva ha ben altra valenza quando si tratta di elezioni. Berlusconi lo ha capito e cercherà di far passare il messaggio di un PD antidemocratico, sovietico, pronto a tutto per eliminare il nemico politico.
Per quanto riguarda Di Pietro sicuramente farà la sua intemerata, lui ha tutto da guadagnare nell'esasperare i toni, è la vecchia tattica massimalista.
Bersani non sarà capace di gestire la vicenda in quanto privo di una linea politica automa, nuova e riformatrice ed andrà a rimorchio di chi una linea, piaccia o non piaccia, ce l'ha.

Anonymous said...

Sarebbe stata un autogol se il Capo non avesse deciso di attaccare a testa bassa propalando le sue panzane a reti unificate e indicendo lui stesso una manifestazione in cui dipingerà "un PD antidemocratico, sovietico, pronto a tutto per eliminare il nemico politico".

Sabato diventa ora l'occasione di protestare contro l'ennesima manipolazione furfantesca della realtà e l'arroganza di chi ritiene gli italiani tanto stupidi da credere qualsiasi cosa, perfino che sia stato ineccepibile il comportamento di Milioni.
Se sono furbi, faranno così. E visto che il 60% degli italiani non credono a quello che Berlusconi va dicendo, sono rimasti schifati dal dl e non tollerano il blackout informativo, forse è bene cercare di capitalizzare questo momento di forte scontento verso il capo del governo e la maggioranza.

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Anonymous said...

Berlusconi attacca: Bonino "campionessa della cultura radicale".

Non aveva ancora usato "cultura radicale" come un insulto. Va migliorando.

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Anonymous said...

Nessuno sa che cosa è successo? Sono giorni che su internet gira un filmato chiaro chiaro del buon Milione che alle 12.40 stava ancora mettendo mano alle liste. Ovvio che se uno guarda solo Studio Aperto stè cose non le sa.....