Pagine

Friday, August 11, 2006

Dall'Onu arriverà la risoluzione, ma non la soluzione

Dicevamo alcuni giorni fa che nel Consiglio di Sicurezza si stavano riformando le stesse divisioni della crisi irachena. E questo nonostante il nuovo approccio multilaterale della diplomazia Usa guidata dalla Rice, segno che non fu l'unilateralismo Usa a dividere la comunità internazionale contro Saddam, quanto la politica estera francese che, portandosi dietro la Russia, tende troppo spesso a fare il gioco di dittatori e terroristi in funzione anti-americana e anti-israeliana.

Bocciata da Israele, com'era ovvio, la evidente provocazione russa, lo stallo al Palazzo di Vetro è totale. Francia e Stati Uniti sono divisi sull'applicazione del cessate-il-fuoco in Libano e, come al solito, Russia e Cina salgono sul carro parigino. La Francia, sposando le obiezioni libanesi, sostenute dalla Lega Araba, alla bozza su cui era stato raggiunto l'accordo con gli Usa, propone che l'esercito israeliano si ritiri «immediatamente» dopo la cessazione delle ostilità, lasciando le posizioni conquistate agli osservatori dell'Unifil - la cui missione in questi anni doveva essere proprio quella di evitare ciò che è successo - i quali «entro 72 ore» le consegnerebbero a 15 mila soldati dell'esercito libanese, di cui proprio ieri il presidente Lahoud ha detto al Corriere che Hezbollah «fa parte integrante».

Tutto ciò, risponde Washington, consentirebbe agli Hezbollah di riprendere il controllo del sud del Libano: i caschi blu dell'Unifil sono pochi e male armati; 72 ore creano un pericoloso vuoto di potere; le forze libanesi da sole non sono in grado di resistere alla pressione dei miliziani sciiti.

Le domande da porsi per giudicare l'efficacia delle risoluzioni che usciranno dall'Onu sono altre: che tipo di ispezioni ci saranno in porti e aeroporti libanesi, e ai confini, per controllare l'embargo di armi a Hezbollah? La forza internazionale sarà autorizzata ad agire contro agenti siriani o iraniani? Che succede se Hezbollah si rifiuta di disarmare? Cosa farà se sarà attaccata, o se riprenderanno i lanci di razzi su Israele? Accadrà come nel 1983, fuga a gambe levate?

No, tutto induce sempre più a pensare che dall'Onu non arriverà la soluzione al problema del disarmo di Hezbollah. Israele dovrà studiare altri rimedi, militari e politici.

3 comments:

Mauriziosat said...

I francesi stanno creando i presupposti per una guerra regionale.
MALEDETTI LORO .
Israele non vuole e non può occupare stabilmente il sud del libano .
Israele è uno stato troppo piccolo e dalle risorse limitate.
Se non si raggiunge subito un accordo per il dispiegamento di un ben armato contingente di interposizione che, seriamente, imponga i disarmo dei miliziani Israele si troverà di fronte ad un vicolo ceco.
E messo alle strette potrebbe trovarsi nell'infelice posizione di dover chiamare in causa la Siria , con conseguente esplosione della regione.

MA LO CAPISCONO i pacifinti e sinistrati che stanno ponendo le basi per un ecatombe?

Alexis said...

A questo punto l'operazione di terra già decisa dovrebbe partire...ma le informazioni si accavallano, non c'è un quadro chiaro...Olmert tentenna...altre fonti darebbero invece vicino un accordo più soddisfacente...mah, spero che non si accetti un accordo al ribasso per la paura di lanciare l'offensiva terrestre, come qualcuno teme, conoscendo Olmert...un disastro sarebbe inserire nell'accordo le fattorie di Shaaba:la prova che l'aggressione paga...

JimMomo said...

Alexis, è notizia dell'ultim'ora che Olmert, insoddisfatto della risoluzione, abbia deciso per l'offensiva.