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Tuesday, August 01, 2006

E' l'Europa di Monaco. E' la Francia di Vichy

Il presidente francese Jacques ChiracL'Ue con una voce sola, quella francese. Parigi guida la politica estera europea. Incredibile: Hezbollah ancora non inserito tra i gruppi terroristici

L'Unione europea suggella la sua impotenza, rendendosi di fatto complice dei terroristi, con una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri in cui si chiede un cessate-il-fuoco «immediato» e che di fatto accoda l'Ue alla bozza di risoluzione che la Francia, in alternativa alla posizione americana e britannica, ha fatto circolare al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L'ha candidamente ammesso il trionfante ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy. «La Francia oggi ha avuto un aiuto nel suo progetto di risoluzione da presentare in sede Onu. L'Unione europea è d'accordo con noi. Sono soddisfatto nel vedere che sulle questioni di politica estera l'Unione è capace di parlare con una sola voce». Già, quella francese. E' lo stesso, incredibile, Douste-Blazy che ha definito l'Iran degli ayatollah «un grande Paese, un grande popolo e una grande civiltà, che gode di rispetto e che ha un ruolo di stabilizzazione» in Medio Oriente.

Nella dichiarazione trovano spazio anche altre, e gravi, posizioni francesi. Vergognoso che l'Europa si ostini a non inserire Hezbollah nella lista dei gruppi terroristici (inserimento definito incredibilmente «prematuro»). Viene inoltre specificato che la forza internazionale da inviare al confine tra Libano e Israele non potrà che essere una «forza Onu», chiudendo così alla possibilità che sia la Nato a guidare la missione.

Clamoroso smacco per Gran Bretagna e Germania, che nel pomeriggio avevano fatto filtrare un profondo dissenso riguardo al documento. In particolare, la formula cessate-il-fuoco «immediato» non poteva essere accettata. E invece Londra e Berlino, e gli altri due paesi dissidenti, Repubblica Ceca e Polonia, alla fine si sono piegate. La soluzione di compromesso, che parla di «cessazione immediata delle ostilità, cui segua un cessate-il-fuoco sostenibile», è in realtà un evidente successo francese.

Come fa D'Alema a dirsi soddisfatto di questa posizione, e allo stesso tempo rivendicare il merito del compromesso con cui si è chiusa la conferenza di Roma? Lo stesso ministro degli Esteri francese sottolinea che la sua soddisfazione sta proprio nell'impiego, nel documento Ue di oggi, delle parole «immediato» e «forza Onu», che erano rimaste escluse, invece, dalla dichiarazione finale del vertice della settimana scorsa a Roma.

Smaccato il doppio gioco italiano. D'Alema ha sottolineato l'importanza della posizione raggiunta oggi a Bruxelles e ribadito che l'Italia è «in prima fila». Ha auspicato che Israele «tenga conto dell'appello a cessare immediatamente le ostilità», auspicio che solo una settimana fa, in compagnia della Rice, definiva sterile. «Penso che la forza internazionale di pace sia possibile, ma come forza di peacekeeping, non come Enduring Freedom», ha chiarito, avvicinandosi così all'idea che hanno i francesi di quale debbano essere i compiti della forza internazionale da inviare in Libano: controllo della tregua, non disarmo degli Hezbollah.

Nel frattempo, all'Onu riemergono le stesse spaccature del 2003 sull'Iraq. Francia e Russia di nuovo insieme, guarda caso, chiedono un cessate-il-fuoco «immediato», rifiutandosi di iniziare a discutere della forza internazionale. Stati Uniti e Gran Bretagna intendono invece lasciare a Israele ancora altro tempo per infliggere gravi perdite a Hezbollah, così da rendere praticabile il disarmo delle milizie sciite e quindi più duratura la tregua. Accordo sul disarmo di Hezbollah e sulla forza internazionale prima - e non dopo - il cessate-il-fuoco. Le operazioni israeliane contro Hezbollah costituiscono infatti l'unico deterrente in grado di convincere i libanesi e i siriani e, in caso contrario, di rendere praticabile il disarmo senza il loro consenso.

Nonostante l'approccio di Washington, con la Rice al Dipartimento di Stato, sia ormai riconosciuto come multilaterale (la conferenza alla Farnesina è solo una delle evidenze), le divisioni permangono, segno che nel 2003 non furono dovute a quello che viene definito, nonostante i nove mesi di estenuanti e controproducenti trattative all'Onu, l'unilateralismo Usa, quanto alla politica estera francese che, portandosi dietro la Russia, tende troppo spesso a fare il gioco di dittatori e terroristi in funzione anti-americana e anti-israeliana.

5 comments:

Alexis said...

Patetica la figura della UK e della Germania, a meno che non si debba considerare il documento semplice carta straccia: un contentino per far vedere ai gonzi l'unità dell'UE...questa linea non ha speranze di passare all'ONU

Ottavio said...

Dio che vergogna...

Ottavio said...

Perdonatemi lo sfogo.

Ora stiamo a vedere chi ci sarà nella forza ONU.
L'Italia manderà qualcuno?
Sempre che i combattimenti smettano.

A proposito, oggi l'ONU ha ricevuto l'ennesima cartolina dalla splendida Teheran...
Giusto per far capire quello che può e non può fare l'ONU.

Unknown said...

Allucinante, non ci sono altre definizioni. Rifiutarsi di riconoscere la reatla' e rifiutarsi di definire un terrorista dichiarato come tale, mentre si apostrofa un governo in teoria amico con dichiarazioni di questo tono, sarebbe la tanto decantata equivicinanza? Non sapevo che Ponzio Pilato fosse diventato il nuovo maestro per la "diplomazia" europea.

Anonymous said...

Guardavo verso occidente.
La luce del tramonto smorzava rapidamente e la notte stava sopraggiungendo.
Cercavo di spingere la mia mente a comprendere ciò che è e ciò che sarà, ma senza successo, quand’ecco una voce potente mi chiamò e mi disse: guarda, ti darò occhi per vedere ciò che desideri.
Ed ecco, mi trovavo a vedere una regione amena e fertile piena di cose belle e utili per l’uomo. Nel mezzo c’era un trono d’oro puro in cima a un podio di tre gradini, in basso il primo era azzurro come zaffiro d’oriente, quello in mezzo pareva madreperla, in alto argento. Sul trono sedeva una donna dall’aspetto maestoso, ancora bella nonostante non fosse più nel fiore dell’età. Intorno ministri e servi curavano e coltivavano la regione in suo nome e per suo conto. Io però non capii e chiesi: “Signore, cosa significa questo, e che cosa sono queste cose?”. Egli mi rispose: “la signora rappresenta l’Europa, i ministri e i servi le nazioni e chi ha potere su di esse; i gradini su cui poggia il trono sono, a partire dal basso: la tradizione e la fede della contrada, il secondo l’onestà e il terzo la giustizia. Il trono d’oro rappresenta la bellezza che promana da queste virtù. Ma ora guarda attentamente e ti si svelerà quello che sta per accadere”.
Io continuai a guardare, ed ecco vidi che molti servi e ministri sgretolavano via pezzi del gradino madreperla. Quello sopra, avendo il sostegno ridotto, cedeva man mano anch’esso. Però vidi anche che una parte del gruppo che sgretolava i due gradini si accaniva anche e con maggior foga contro il primo gradino, quello color zaffiro. Sembrava che lo scopo di costoro fosse quello di distruggere e polverizzare i pezzi che riuscivano a staccare. Vidi anche un altro gruppo, una minoranza. Essi cercavano di mettere in salvo i pezzi di gradino che man mano cadevano. Tuttavia ogni volta che cercavano di salvare anche pezzi del primo gradino, quello color zaffiro, venivano derisi e bastonati da quelli che ne avevano strappato i pezzi. Confusi e avviliti desistevano, e tutto finiva in polvere.
Frattanto, per poter continuare a coltivare e tenere in ordine la regione, perché ministri e servi diminuivano di numero, e quelli che restavano erano affaccendati a distruggere la base del trono, questi ministri chiamarono via via gente da fuori per essere aiutati. Di questi una parte rilevante aveva una mezzaluna tatuata sulla fronte. Svolgevano il loro lavoro, ma mi accorsi con meraviglia che guardavano con rancore e astio la signora sul trono.
Alla fine la distruzione dei gradini provocò la caduta del trono che si frantumò in mille pezzi, e della signora che giacque nella polvere. Subito quelli che avevano la mezzaluna tatuata, e che avevano alla fine anch’essi contribuito alla distruzione del basamento del trono alzarono alte grida di giubilo e si misero immediatamente al lavoro. Sul cumulo di macerie rimaste edificarono un trono di ferro, su cui misero a sedere un uomo dallo sguardo minaccioso, simile a un gigante. I servi e i ministri della signora rimasero stupiti, e qualcuno si mosse anche per impedire questi fatti, ma fu subito sconfitto. Riuscirono solo a salvare parte degli antichi gradini, e qualche pezzo del trono. Nonostante le distruzioni qualcuno salvò anche un po’ di zaffiro.
Io caddi a terra e piangendo gridai: “Signore, perché farmi vedere questo orribile futuro, se non si può evitare, e perché farmi assistere a questo sfacelo?”
Egli mi disse: “perché chi non è accecato possa vedere in anticipo, e mitigare le conseguenze del tradimento e dell’odio. Chi si è accanito a distruggere il gradino azzurro non immaginava la sua responsabilità nella distruzione dell’Europa. Ma chi vedrà in anticipo potrà salvare, per la memoria di pochi, qualche pezzo dei gradini preziosi”.

da http://www.iostoconoriana.it/site/content.php?article.495