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Tuesday, August 08, 2006

Guerriglia mediatica

Una delle foto Reuters ritoccate di un raid su BeirutUno scandalo subito ribattezzato dalla blogsfera ReutersGate getta una luce ancor più inquietante sulla copertura mediatica della guerra in Libano. Si parlava del potere delle immagini in guerra, e dopo la macabra messa in scena di Hezbollah a Cana, veniamo a sapere che un fotoreporter della Reuters, Adnan Haji, ha modificato una foto dei raid su Beirut con pochi e rozzi ritocchi al computer. Utilizzando Photoshop ha maldestramente aggiunto altre colonne di fumo e duplicato i palazzi distrutti. Controllando a ritroso il suo lavoro, ecco un'altra manipolazione: a un caccia israeliano che lancia un missile sopra Nabatiye, il 2 agosto, sono stati aggiunti con lo stesso grossolano procedimento altri missili in partenza.

A scoprire la prima "sòla" il blogger Charles Johnson di Little Green Footballs, il giorno stesso della messa on line della foto, costringendo la Reuters a scusarsi 24 ore dopo, a licenziare il fotografo e a ritirare tutte le sue foto. Sui media italiani nulla della bufera che ha investito Reuters.

Un completo giro d'orizzonte su The Right Nation:
Mentre i mainstream media italiani ignorano completamente "la notizia dell'estate", il ReutersGate sbarca sui giornali di tutto il mondo. Secondo Google News, sono appena 3 gli organi italiani d'informazione che hanno dato notizia del ReutersGate nelle loro edizioni online: la stessa Reuters (ci mancherebbe altro...); Repubblica (con un articoletto pieno di inesattezze) e Agenzia Radicale (che riprende il pezzo di Repubblica, errori compresi). A queste testate aggiungiamo Il Giornale, che nell'edizione cartacea di oggi ha pubblicato una grande foto-notizia a pagina 11. Per il resto: il nulla più assoluto. Evidentemente gli scoop sulle meduse in Liguria e sulle città deserte ad agosto hanno occupato tutto lo spazio disponibile.

Intanto, nel mondo civilizzato, le polemiche non sembrano destinate ad esaurirsi in breve tempo. Charles Johnson di Little Green Footballs viene intervistato dalla Cnn. The Shape of Days si fa spiegare da un fotografo freelance come falsi tanto pacchiani possano essere sfuggiti ai "rigorosi" controlli della Reuters. Power Line analizza una strana sequenza fotografica (sempre diffusa dalla Reuters) sul bombardamento di un ponte nel Libano meridionale. E Confederate Yankee solleva qualche altro legittimo dubbio sul modo in cui - anche senza il ritocco digitale - le fotografie possano essere "costruite" per ottenere un effetto più dirompente. The Jawa Report ha scoperto una seconda foto taroccata (sempre dello stesso fotografo, Adnan Haji, a cui si devono la maggior parte degli scatti relativi alla cosiddetta "strage di Cana"), costringendo la Reuters a ritirare tutte le 920 immagini del freelance libanese. Dopo il Rathergate, un'altra clamorosa vittoria della blogosfera (di destra) ai danni di un sistema tradizionale dell'informazione che, nella migliore delle ipotesi, dimostra tutti i suoi limiti. O, nella peggiore, sta smaccatamente parteggiando per la Jihad.
Nel suo diario on line anche Mario Sechi, vicedirettore del Giornale, si occupa della "sòla":
Reuters doverosamente si scusa, ma questo episodio leva una grande ombra su come il sistema dei mainstream media racconta il conflitto israelo-libanese. L'infortunio della Reuters sta facendo il giro della blogosfera e su Technorati la voce "Reuters" è già al primo posto delle ricerche!
Rolli premette che «le vittime e i danni dei bombardamenti sono reali, non è in discussione. Lo è, invece, la credibilità della Reuters. Se si scarta l'ipotesi di una pubblicazione consapevole e intenzionale, rimane il fallimento del sistema di controllo del materiale fotografico pubblicato dall'agenzia. E il sospetto che possa essere accaduto altre volte, con immagini abilmente manipolate, è più che legittimo».

Oltreuomo parla di «crisi medi(a)orientale», dell'«affermarsi di un nuovo media», il blog: «Ogni postazione una redazione, ogni ip un osservatore diretto della realtà e un emittente».
Anche nel bel mezzo di una guerra (andatevi a leggere i blog dei ragazzi israeliani...). Alla faccia dei reporter strapagati e degli inviati della Rai, per lo più impegnati a come riuscire a spendere il proprio ricchissimo rimborso spese. Finalmente un'informazione veramente libera, orizzontale, internazionale e senza filtro come quelle sigarette che ti prendono alla gola, dove le appartenenze si dichiarano e sono come bandiere sventolanti orgoglio. Provate a fermarli, condizionarli, cancellarli. Un blog vi seppelirà.
Tra i blog italiani ne hanno parlato anche Wellington, Tblog, The Real Conservative, Esperimento, S1m0ne.

«Hezbollah ha imparato a maneggiare perfettamente la sua materia, perché è costretto a fare affidamento su giornali e televisioni come su un diverso – ma non meno potente – arsenale per raggiungere i propri obiettivi. Controllare e manipolare l'informazione in uscita dal Libano è trasferire all'opinione pubblica mondiale il compito di arrestare la missione di Tsahal», commenta Il Foglio, oggi in prima, riportando le parole di Charlie Moore, senior producer della Cnn, che racconta come Hezbollah, a Beirut e nel sud del Libano, abbia il controllo del territorio colpito e dei corrispondenti stranieri, accompagnati in tour attentamente sorvegliati (e a chi riprende l'edificio sbagliato è cancellata la cassetta).
«E' stato come un tour nella casa dei fantasmi. Leggermente spaventoso all'inizio, ridicolo alla fine. Eravamo intruppati con altri 40 giornalisti. Un giovane da un balcone ci fa il segno della vittoria. Mi giro e vedo la nostra guida che gli fa segno di alzare di più le mani, così la nostra telecamera può inquadrarlo. Andiamo a intervistare un gruppo di guidatori di ambulanze. Ma quelli, al segnale, partono tutti insieme a sirene spiegate davanti alle telecamere».
Ogni reporter dovrebbe introdurre il proprio pezzo, o corredare il proprio scatto, con la descrizione dei limiti e delle condizioni con i quali ha potuto osservare l'evento.

12 comments:

Ottavio said...

Hezbollah fa "il suo dovere", mi stupisco piuttosto del fatto che su nessuna televisione si approfondiscano queste notizie.

Per quel che mi riguarda posso parlare delle televisioni italiane e di quelle inglesi, in particolare la BBC.
Ho seguito tanti telegiornali italiani e news dal Regno Unito, un accenno alle foto false è stato fatto su itv, per tutto il resto buio completo.

Anonymous said...

Quali sarebbero le inesattezze riportate da Repubblica On-line e Agenzia Radicale?
Oltre a riportare tutta la "esegesi" dei giornaletti e dei siti liberal-destrorsi dedicata all'argomento, fai la cosa piu' semplice (e piu' "straightforward") per questi San Tommaso dei tuoi lettori e pubblica le due foto, prima e dopo il trattamento, cosi' ci rendiamo tutti conto del grande casino che ha combinato 'sto pirla di fotografo.
Magari ci scrivi sotto anche un " Aguzzate la vista", cosi' ci divertiamo a trovare tutti i taroccamenti e magari ne scopriamo anche qualcuno di inedito.

JimMomo said...

Caro anonimo, le foto prima e dopo il trattamento le trovi cliccando uno qualsiasi dei circa dieci link di questo post che più e meglio di me ha documentato il caso. In attesa di aguzzare la vista, aguzzza l'ingegno.

E poi, detto da te, che non "pubblichi" neanche il tuo nome per firmare un commento.

Bah.

Anonymous said...

La " tragica messa in scena di Qana".
Beh, mi sono persa il momento in cui è stato provato che a Qana ci sia stta una messa in scemna. Potrei sapere
dove e come?

Anonymous said...

Come milioni di altri individui "senza ingegno", io le immagini le conoscevo gia' perche', al contrario di quanto vuoi far credere, la faccenda del "fotografo cretino" era stata spiattellata gia' da ieri l'altro con abbondante dovizia di particolari da tutto l'orbe elettronico, non solo dalla bibbia liberal-destrorsa che hai citato.
Se avessi trovato un po' di spazio per appiccicare anche la foto pre-trattata, molti (tutti?) si sarebbero accorti che tutte le tirate tronfie della stampa e dei blogger tochevilliani che hai doviziosamente riportato, si sarebbero disciolte in un cucchiaino d'acqua come un globulo omeopatico.

Insomma, tiri giu' tutta una filippica sulla manipolazione e poi ti astieni dal mostrare il corpo del reato? Delegando a noi la fatica intellettuale di andare a verificare "tutta 'sta manipolazione"?
E' come sentenziare per due ore sulle tette della Marcuzzi e poi dire:" ... per maggiori ragguagli compratevi Playboy".
Se il fotografo e' stato davvero scemo, perche' si e' solo rovinato con le sue mani cercando di migliorare maldestramente foto senza comunque aggiungere di fatto nulla al suo contenuto, furbi sono stati quelli ( guarda caso da una parte sola) che su questa storiella hanno impiantato la presunta dimostrazione cartesiana di una teoria che portano avanti senza troppi fatti a sostegno.
In realta', tu ti sei comportato un po' come fanno quei giornali che vorresti in linea di principio criticare: "noi la notizia la diamo, il caso lo montiamo, il sospetto lo lanciamo, il casino lo facciamo", perche' confidiamo che su 100 lettori, solo 1 ha la forza, la curiosita', la convinzione di andare a capire e verificare di che si tratta.
Citare poi Il Giornale in un contesto di credibilita' della stampa non so' se definirlo un autogol o una battuta da cabaret.

Sulla storia dell'anonimo e' inutile che spari in aria a scopo "intimidatorio" perche', come diceva Toto', io non mi intimido. Se proprio vuoi, censurami oppure di' chiaramente che non mi vuoi tra i piedi. Togliero' immediatamente il disturbo.
Con simpatia

JimMomo said...

Caro anonimo, qui nessuna "intimidazione", non ne varrebbe la pena. Su altri blog non è possibile commentare in forma anonima. Qui sì, però non presentarsi rimane maleducazione.

Anonymous said...

Accidenti! Ma io parlavo di una intimidazione di tipo sentimentale, non di una violenta.

L'ho detto, la maleducazione la fanno i contenuti, non la forma. E i miei contenuti non lo sono.
Rispondi alle obiezioni di Maria Jose' e se puoi anche alle mie, non trincerarti dietro il velo del mio anonimato.
- Quante sono, in percentuale, le foto digitali ritoccate al computer in circolazione da 10 anni a questa parte sulla stampa internazionale?
- Chi utilizza in genere i software di editing fotografico e perche? A quale scopo?

Un software di editing professionale da poche migliaia di dollari e' nel corredo tecnico di qualsiasi agenzia. A che gli serve se, come volete far credere voi, ritoccare le foto e' " uno scandalo"? E' proibito, immorale, non-professionale?

Che cosa disse il vice-direttore de Il Giornale davanti alle foto della pelata di Berlusconi ritoccate dal suo amico Rossella? Parlo' anche in quel caso di un problema di credibilita'?
Oppure, come defini' Rulli il dossier Telekom-Serbia, montato sempre da Il Giornale?
O come definisci tu un vice direttore che e' regolarmente stipendiato da un ufficio di intelligence in qualita' di informatore quando l'ordine professionale al quale appartiene lo vieta espressamente e deontologicamente?

Sono scandali meno gravi perche' non riguardano un conflitto, vero?

La credibilita' di questi signori e' verginea a differenza di quella della Reuters che essi stessi pretendono di discutere.

Un pirla di fotografo aggiunge del fumo ad una fotografia che ne ha gia' di parecchio del suo e 3 missili ad un aereo dell'IDF che ne lancia gia' 1. E' la dimostrazione di un complotto anti-israeliano, ordito da Hezbollah, al quale hanno partecipato con entusiasmo la maggior parte dei freelance attualmente in servizio in Libano meridionale.
La stampa diventa pezzente solo quando fa comodo ricordarlo a qualcun altro che non siamo noi.

Fate una cosa, istituite un marchio di qualita', come per il prosciutto di Parma.
Qualcosa tipo ... CIC ( Certified IDFs Casualty) e lo apponete su tutte le foto di questa guerra che passerete al dettaglio.
Cosi' noi ingenui, creduloni e sotto-sotto un po' antisemiti ( come asserisce Furio Colombo) non verremo piu' tratti in inganno.

Comunque ... mi chiamo Angelo, ho 43 anni, sposato, due bambini. Ingegnere elettronico. Vivo e lavoro in Germania. Fan di Battisti e delle foto digitali.

Un saluto

Anonymous said...

Caroangelo, capisco la vena polemica e quel che la muove. Ma come si vede qui (http://littlegreenfootballs.com/weblog/?entry=21956_Reuters_Doctoring_Photos_from_Beirut&only) la gravità del taroccamento sta nel fatto che l'aggiunta del fumo dà l'idea di una distruzione più grave ed estesa, che magari serve a far credere che i danni procurati dagli israeliani siano peggiori di quel che in realtà sono. Magari la prossima volta JM cercherà di citare Repubblica, così stai buono.

JimMomo said...

Piacere di fare la tua conoscenza, Angelo.

Quanto al ritocco, ammetterai che non è di tipo "professionale". Non si tratta di dare luce a una foto venuta scura.

Su Libero e il Giornale, poi, con me sfondi una porta aperta. La stampa italiana è scandalosa, con l'aggravante che non licenzia nessuno per gli errori che commette o le frottole che racconta. E proprio con questi due giornali non sono mai stato tenero.

un saluto

Anonymous said...

E che ti devo dire, Eretico?
Sara' come dici tu!
Sara' che questa distruzione piu' estesa io non la vedo, sara' che per certi aspetti mi sembra piu' drammatico l'originale del taroccato, sara' che sono polemico!
Sara' che in fondo sono ancora un illuminista e sento sempre puzza di bruciato quando in troppi si grida con certezza "al fuoco, al fuoco!".

Anonymous said...

L'originale più drammatico del taroccato? Buon per te.

Anonymous said...

bravo!!!!!!!!!!!!giusto complimenti!!!purtroppo nei tg parlano solo di terrorismo da parte degli hezbollah, invece loro sono solo un gruppo di militanti che stanno proteggendo il proprio paese. Se mai sarà l'esercito israeliano ad essere terrorista, xk è da lei k vediamo sempre spargimento di sangue!!!!!pensateci si... bravo ottavio