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Wednesday, August 09, 2006

I low cost. Mercato più libero, più equo

Insieme a Phastidio, è il miglior blog che tratta di economia, ma più attento al mondo del lavoro e del welfare: Idraulico polacco. Sua un'esemplare difesa dei voli low cost, presi d'assalto dai moralismi congiunti del deputato dell'Udc D'Agrò - che proponeva al ministro Bianchi di stilare una "black list" delle compagnie che applicano prezzi bassi e poi non rispettano i diritti dei lavoratori o le misure di sicurezza - e del Manifesto, che giorni fa ospitava un editoriale in cui si diceva che i voli commerciali «fanno la guerra al clima» e che i «viaggiatori ecopax» [?!] avrebbero il dovere di interrogarsi sul successo dei low cost e dire «no grazie, prendo il treno, o il traghetto».
«I low cost non piacciono né a destra né a sinistra. Meglio ristabilire sane tariffe di classe, così si svuotano un po' i cieli, i ragazzi di Pescara andranno a Londra in treno o in traghetto (che notoriamente sono alimentati da fiori di campo e non consumano nè elettricità nè petrolio), ci metteranno dieci volte tanto, e pagheranno dieci volte di più».
In effetti, i voli low cost dimostrano come in un settore come quello dell'aviazione civile il libero mercato abbia aperto a milioni di ragazzi, soprattutto non benestanti, le porte dell'Europa. Una rivoluzione dei costi garantita da quello che alcuni chiamano "liberismo selvaggio" e che ha reso tanti ragazzi meno abbienti più liberi e più ricchi di conoscenze e, quindi, di possibilità per costruirsi un futuro a un livello più alto del gradino sociale di partenza. Spesso invece, l'editoriale del Manifesto segnalato da Idraulico polacco ne è la prova, la sinistra è talmente classista e snob da non rendersene conto.

Come nessuno si è accorto del «volto duro» di Zapatero, che ha definito senza mezzi termini «inaccettabile» l'occupazione delle piste dell'aeroporto Prat di Barcellona da parte dei lavoratori di Iberia il cui posto di lavoro è a rischio perché la compagnia ha perso l'appalto per la gestione dei servizi di terra.

3 comments:

Mauriziosat said...

Qualcuno dovrebbe prendersila briga di spiegarlo a quel cretino di Renato Soru ed al resto del consiglio regionale della Sardegna.

Che si sono inventati un termine carino (continuità territoriale) per coprire le mire monopolistiche di AIRONE e ALITALIA(poi rimasta fuori dai giuochi , causa il sindacato) e far fuori QUALSIASI CONCORRENZA.

UMBERTO MAGNI said...

Scusa JimMomo, ti seguo sempre e da poco ho un blog anche io.Se mi vuoi far visita, e se lo ritieni opportuno linkarmi, sarebbe perfetto :-P
L'indirizzo è http://the-real-conservative.blogspot.com/
A presto

Anonymous said...

io lavoro nel settore del trasporto aereo...che poi non è che le low cost trattano male i dipendenti (a meno che non pensiate che non dare gli stipendi faraonici che le compagnie tradizionali nel passato davano al personale navigante, mentre questi li fanno volare più che possono nei limiti stabiliti dalla legge...) ma hanno una struttura molto snella, e quindi non danno tantissimi posti di lavoro...la continuità territoriale le compagnie per averla devono dimostrare che assumono, un'aberrazione...