In un comunicato di replica al post di Daw si fa riferimento alla licenza Creative Commons attribuzione 2.5, la quale stabilisce:
«Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza.
Ogni volta che usi o distribuisci quest'opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza.»
E' evidente quindi che Daw è tenuto 1) a citare «la paternità dell'opera»; 2) a comunicare «con chiarezza» i termini della licenza cui l'utilizzo dell'opera è soggetto (per esempio con un link al testo della licenza stessa).
Per quanto riguarda «i modi indicati dall'autore», nulla in questo senso è specificato dall'autore, RadioRadicale.it, né nelle schede dove i video sono scaricabili, né in altre parti visibili del sito. Si rimanda, semplicemente, alla licenza stessa. Intuitivamente, basterà citare la fonte.
Tuttavia, in questo caso, e a quanto mi risulta solo in questo caso, a Daw viene chiesto qualcosa di più che la semplice attribuzione della paternità dell'opera.
In un primo momento viene chiesto a Daw di «citare la fonte». E Daw esegue: (fonte video: Radio Radicale). Non gli viene, per il momento, chiesto di indicare «con chiarezza» i termini della licenza cui l'opera è soggetta.
Invece, gli giunge una nuova richiesta. Intanto, lo si accusa di aver creato «una versione evidentemente distorta di quanto accaduto» - senza notare che si tratta di un contenuto di tutta evidenza satirico con nessuna pretesa di essere esaustivo e corretto circa l'evento, ma con lo scopo di coglierne il lato comico - e di negare agli interessati la «possibilità di farsi una propria opinione». Dunque, la nuova richiesta. Nell'attribuzione della paternità dell'opera aggiungere quanto segue:
«Le immagini video sono tratte dalla registrazione integrale della direzione di Radicali Italiani pubblicata sul sito internet di Radio Radicale all'indirizzo http://www.radioradicale.it/schede/view/id=209835/direzione-di-radicali-italiani-24 con licenza Creative Commons attribuzione 2.5.»Dunque, effettivamente la licenza sembra concedere all'autore la facoltà anche di intervenire in casi specifici con richieste ad hoc. I famosi «modi indicati dall'autore». Leggiamo sulla licenza:
«Devi riconoscere una menzione adeguata rispetto al mezzo di comunicazione o supporto che utilizzi: (i) all'Autore Originale (...); il titolo dell'Opera, ove fornito; nella misura in cui sia ragionevolmente possibile, l'Uniform Resource Identifier, che il Licenziante specifichi dover essere associato con l'Opera (...) Tale menzione deve essere realizzata in qualsiasi maniera ragionevole possibile...»
Dunque, la richiesta di Radio Radicale a Daw è legittima secondo i termini della licenza Creative Commons.
Tuttavia, qualcosa non torna, c'è qualcosa che cambia i termini della questione. Intanto, caso strano, proprio su questo video (eppure molti altri sono stati diffusi - su You Tube e dai tg di Rai e Mediaset - senza che fosse citata la fonte e che si rinviasse alla versone integrale) l'autore è voluto intervenire con richieste specifiche, non indicate espressamente sul sito RadioRadicale.it, che vanno oltre la citazione della fonte. Quando, infatti, Daw viene accusato di aver creato «una versione evidentemente distorta di quanto accaduto», e quando gli viene rimproverato di voler negare agli interessati la «possibilità di farsi una propria opinione», solo perché non li ha rimandati alla versione integrale del video della Direzione, c'è la svolta. Sono queste frasi che cambiano tutto, o molto.
A quel punto non si sta più chiedendo a Daw il rispetto della licenza, ma l'intento è quello di contrapporre a una versione dell'evento che si ritiene «distorta» la versione integrale. Una sorta di "diritto di replica" a un contenuto satirico. Comunque, da quel momento la questione diventa politica ed è legittimo che Daw scelga di ritirare il video e sollevare il caso.
Insomma, si è fatto un uso evidentemente politico della licenza Creative Commons, che invece regola le modalità di utilizzo di opere soggette a diritto d'autore.
A prescindere dagli aspetti legali, rimane il problema dell'inopportunità politica della diffida, su cui mi pare ci siano pochi dubbi. Il sense of humour è un indicatore del contatto con la realtà. Istintivamente la gente diffida di chi reagisce con le diffide alla satira. Iniziative del genere purtroppo non solo si prestano a strumentalizzazioni di ogni tipo, ma portano anche coloro che in buona fede seguono, e apprezzano, i radicali a convincersi che abbiano smarrito il contatto con la realtà.
Tra l'altro, nel frattempo, è giunta una dichiarazione dell'ex segretario di Radicali italiani, Daniele Capezzone, intervenuto su alcuni blog e sul sito ufficiale del partito:
«Al di là delle questioni formali e legali sollevate da Radioradicale.it (ragioni che non sottovaluto, per carità: ma che -forse, mi permetto di suggerire...- potrebbero essere maneggiate in modo meno autolesionistico, a mio avviso), desidero ringraziare il blogger Daw, che ci ricorda quanto sia importante saper sorridere di se stessi. Grazie, Daw!»
16 comments:
Bernardini: Daw & company, nun ce provate!
http://www.radicali.it/view.php?id=75122
Sì, mi pare che la diffida gallesca sia eccessiva. Ed è giusto far notare che Galli non si è mosso per altri viseo satirici. Ma parlare di "uso politico della Creative Commons" mi pare argomento fragile. Quel che è certo che Daw ha montato un caso sul nulla. Mi pare proprio un grande esperto d marketing e pubblicità.
decisamente d'accordo: con gli elementi di cui fin'ora disponiamo, sono giunto alla stessa interpretazione. potrà essere - forse - giuridicamente legittimo, resta però l'incondivisibile senso poliico e culturale
La Bernardini dice "Daw, nun ce provà", ma Galli non poteva astenersi di mettere in moto lo Studio legale e trasformare la richiesta, come fai ben notare, da citazione della fonte, a contradittorio della evidentissima e divertentissima presa in giro del nostro amico Daw? A questo punto, chiederei alla Bernardini, ma chi è che c'ha provato per primo?
E poi c'era chi si lamentava del risentimento di alcuni prodiani per il video del ritornello di Prodi di qualche settimana fa!
Vi state prodizzando. E' chiaro come il sole. Ora che siete al Governo siete diventati persone seriose e perbene come qualunque diesse serio e responsabile.
Tra un po' comincerete a tagliare le facce nelle foto come in quel manifesto della Festa dell'Unità di un paio di anni fa nel quale era stato cancellato Occhetto.
Ogni giorno di più mi pento amarissimamente di avervi dedicato tempo e denaro.
Non si ripeterà mai più.
Questa è la fine del pannellismo. E questi sono soltanto gli ultimi scalciamenti di un agonia sempre più grave.
Cmq, tanto per fare del Lombrosismo da sbarco: Diego Galli basta guardarlo bene in faccia per capire che è un ambizioso lacchè. Non ha molte espressioni facciali, solo spocchia.
A te, Federì, vien voglia di darti un abbraccio dopo 5 minuti.
ahè, ragazzi...tutti 'sti giri di parole...quando ne basta una sola: censura!
si sono bevuti il cervello, altro che libertà e bla, bla, bla...
se non fosse vergognoso, direi che è patetico.
altro che creative commons.
hypocrity correct.
ciao.
io ero tzunami...
ma sì remember... il Galli è "un ambizioso lacchè" mentre tu sei uno che la faccia la nasconde. Pubblicala così vediamo se sei un “coraggioso rivoluzionario” :)
Effettivamente una cosa è discutere, anche molto animatamente del caso, una cosa è insultare gratuitamente uno dei protagonisti di questa vicenda. Tutta la mia solidarietà al sig. Diego Galli che non conosco e di cui pure non condivido le iniziative legali.
Alfonso Abrescia.
E vabbè... continuate a guardare il dito, al posto della Luna...
http://www.lievitoriformatore.org/2006/11/
malvino_e_la_vo.html
guarda, guarda,...
tipico esempio di dipendenza psicologica dell'ultimo dei servi
Certo che si sta esagerando, Alfonso, e gli insulti sono del tutto fuori luogo. A mio modo di vedere c'è stato un errore di valutazione, ma sulla buona fede e l'intelligenza non c'è da dubitare, questo sia chiaro.
Questo duello rusticano tra capezzoniani e pannelliani è assurdo, ridicolo e disastroso per il partito.
vengono prima i radicali. prima i ra dicali, poi il partito. e semmai!
Questo post è convincente, più del precedente francamente. Mi sa che li ti stai facendo dei nemici, Jim. Tieni duro pure te, prima che comincino a mobbizzarti.
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